mercoledì 25 gennaio 2017

Siria, "bambini sotto le bombe" mentre ad Astana si discute di pace.


 SIRIA . A due settimane dall’inizio di  tregua parziale, centinaia di migliaia di bambini sono ancora intrappolati sotto le bombe, soli e senza alcun  aiuto, dal momento che le aree assediate sono difficili se non impossibili da raggiungere. "I bambini se ne stanno rannicchiati a causa dei continui bombardamenti e vanno a letto affamati".
L'allarme lanciato da Save the Children rappresenta anche un'accusa contro "i potenti" riuniti ad Astana, dove sono in corso i negoziati di pace tra le parti coinvolte nel conflitto siriano. 
"Questi colloqui rischiano di andare avanti in un universo parallelo”. Questa la denuncia di Sonia Khush, direttore di Save the Children in Siria, preoccupata del  rischio che i colloqui di pace si concentrino sui vantaggi militari e politici, a spese dei più vulnerabili.
“Dopo anni di trattative fallite e di promesse non mantenute, questi colloqui devono essere qualcosa di più di un momento per le parti in causa per discutere cinicamente i propri interesse - continua la Khush -. Devono lavorare insieme nell’interesse della prossima generazione della Siria, quella che dovrà un giorno ricostruire il paese".
Da Astana, in sostanza, dovrebbe uscire l' accordo per un cessate il fuoco duraturo.  Ma è anche fondamentale che le voci e le esigenze dei bambini siano adeguatamente rappresentate in questa fase di colloqui. La consegna degli aiuti, la protezione dei civili devono essere al primo posto dell’agenda delle discussioni.
Le Nazioni Unite indicano questo gennaio come uno dei mesi peggiori per gli ostacoli alla consegna degli aiuti. I convogli umanitari hanno raggiunto solo una delle quindici aree assediate. E se, apparentemente, è in corso un parziale cessate il fuoco,  i civili continuano a sopravvivere sotto l'attacco continuo dei cecchini e dei bombardamenti.
“La casa del mio vicino è stata colpita da bombardamenti. Una madre ha dovuto dare alla luce suo figlio proprio mentre era in corso un attacco, ma il bambino è morto. Sono stati chiesti aiuti, ma è stato due mesi fa e ancora non abbiamo ricevuto niente”, racconta Rula, un’insegnante di Madaya. La città, al cui interno si stima vi siano 20 mila bambini sotto assedio e senza aiuti, è stata vittima di uno dei più intensi bombardamenti. Nelle prime due settimane dell’anno, nel solo governatorato del nord di Idlib in cui attualmente si riparano oltre 750 mila sfollati, si sono verificati 72 attacchi armati, tra cui 46 bombardamenti aerei.
Save the Children, che opera in Siria sia con operatori propri che attraverso organizzazioni partner, invoca un cessate il fuoco globale e duraturo, con la fine dell’utilizzo di armi esplosive mortali in aree popolate e l’accesso immediato degli aiuti alle aree assediate e difficili da raggiungere.
Unicef comunica che con Deir Ez Zor assediata, oltre 40 mila bimbi si trovano in costante in pericolo.
7 milioni di questi bambini vivono in povertà.
D.Bart.

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