Solo uno squilibrato
sociopatico può partorire simili concetti e diffondere tali assurdità. Non si tratta di incazzature passeggere da “mani nel sangue”. C’è in ballo una dittatura nucleare che ha invaso un paese sovrano, che sta giustiziando civili, sta radendo al suolo gli ospedali e deportando bambini. Non è una selvaggia partita di hockey, qui si consumano malvagità degne di Norimberga.
Qualunque uomo adulto normale, se vedesse un bruto aggredire e stuprare una donna non si farebbe da parte sorridendo per dire: "Beh, a volte bisogna lasciarli combattere un po'”.
Non si può confondere o mettere sullo stesso piano neutralità e vigliaccheria.
Vale anche per Ucraina, che subisce uno stupro di gruppo dalla Russia e alla quale l’America di Trump risponde: "forse devono soffrire di più". Questa non è neutralità. Questa è complicità.
Si tratta della stessa crudele vigliaccata che ha allentato ogni misura di responsabilità sugli attacchi con i droni, eliminato la segnalazione delle vittime civili e trasformato le uccisioni mirate in un videogioco.
Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei senza alcuna supervisione, senza trasparenza e, in alcuni casi, hanno ucciso più civili dell'ISIS, in certe regioni.
Trump vuol fare il furbo e definirti un "presidente di pace"? Non sa che hanno nascosto il conteggio delle vittime, abolito le regole sulla comunicazione delle stesse e lasciato che le bombe cadessero alla cieca sui bambini in Afghanistan, Somalia e Yemen? Lo sa benissimo, ma ardisce definirsi un negoziatore.
Non è un negoziatore.
Non è un patriota.
Non protegge niente, se non il suo ego putrefatto.
Trump è un bullo, un complice, un codardo che pensa che i crimini di guerra stranieri siano una rissa da bar.
Quando la storia lo giudicherà, e lo farà, questa sola citazione dovrebbe restare impressa nella sua eredità: "Forse dovranno soffrire di più prima che si faccia qualcosa per fermare la rissa”
Non sta cercando di bloccare l'emorragia, rimane lì a guardare, persino a scusare. E la chiama strategia.
In questo modo si disonora il concetto stesso di pace. Il traguardo cui si mira è il dominio, senza responsabilità o empatia, solo potere assoluto.
Trump è mentalmente un “semplice”, non riesce a capire i problemi complessi. Bisogna semplificargli le cose così come lui le semplifica le per gli altri. È questo che lo ha reso popolare.
Non è nemmeno un caso fortuito che Trump abbia nominato l’imprenditore
Steve Witkoff inviato speciale per gli Stati Uniti in Medio Oriente.
L'unica vera ossessione di Trump e Witkoff sono i "miliardi di dollari" attualmente detenuti dagli oligarchi in Russia. Vogliono ottenere quel denaro ad ogni costo e l’ Ucraina è solo un ostacolo alla loro avidità.
Inoltre, Trump ammira Putin. Ammira il controllo che egli detiene sui russi, il modo in cui è riuscito a mantenere il potere da oltre 20 anni, la grandezza del vecchio mondo, la fedeltà che il dittatore impone, il modo in cui reprime il dissenso.
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