Ieri, 4 luglio 2025, ricorreva la festa nazionale degli Stati Uniti, la celebrazione dell'indipendenza del 1776 dall'Impero britannico. Quel giorno, infatti, le 13 colonie americane dell'impero britannico, sotto la guida di George Washington, sconfiggevano militarmente gli inglesi e proclamavano la propria indipendenza.
Ieri, l’ex Presidente Barack Obama, scriveva su X che
il giorno dell'Indipendenza ricorda agli americani che l'America non è il progetto di una singola persona. “La parola più potente nella nostra democrazia è la parola "Noi". "Noi, il Popolo". "Supereremo". "Sì, ce la faremo". L'America non appartiene a nessuno. Appartiene a tutti i cittadini. E in questo momento storico – in cui i principi democratici fondamentali sembrano essere continuamente sotto attacco, in cui troppe persone in tutto il mondo sono diventate ciniche e disimpegnate – è proprio il momento di porci domande difficili su come possiamo costruire le nostre democrazie e farle funzionare in modo significativo e pratico per la gente comune”.
Ma le riflessioni sul significato della ricorrenza, oggi, dividono e lacerano l’America come non mai. L'incosciente disprezzo di Trump per le norme democratiche e il suo palese arricchimento personale hanno eroso le fondamenta stesse di "Noi, il popolo", lasciando un'eredità di divisione e sfiducia che le politiche progressiste devono ora urgentemente sanare.
Barack Obama non è il presidente degli Stati Uniti più amato di sempre. I sondaggi indicano Abraham Lincoln e John F. Kennedy in testa alla classifica dei favoriti, con Lincoln all'80% e Kennedy tra il 73 e il 90% di consensi retrospettivi. Obama è in cima alla classifica dei favoriti moderni (59% di consensi all'uscita, il migliore nei sondaggi del XXI secolo al 45%) ma, in termini di ammirazione generale, meno amato rispetto alle icone storiche democratiche del passato.
Nonostante ciò, le sue parole sono accolte come quelle di un vero presidente. Apprezzate rispetto ai discorsi sconclusionati di Trump.
E c’è chi rimpiange cosa significava avere classe, umiltà, umorismo e intelligenza alla Casa Bianca.
Ora, il problema, è che Trump pensa di possedere l'America. Pensa che l'America sia il suo strumento per generare e garantirgli maggior ricchezza.
Sono tanti i cittadini comuni che vorrebbero Trump in manette per deliberata violazione del suo giuramento e che vorrebbero processarlo per tutti i suoi crimini.
Ma l’attuale situazione che si è venuta a creare in America con l’elezione di Trump non è forse la conseguenza di precedenti errori?
Quando le persone sentono che il governo in carica non sta affrontando le giuste sfide che il popolo soffre quotidianamente, ecco che si crea lo spazio per altri come Trump, gente cui è consentito intervenire con promesse vuote. Leader che sfruttano la disillusione sostenendo di essere gli unici a poter risolvere le cose. La promessa dell'America dovrebbe essere reale e tangibile, non solo per pochi, ma per i molti a cui è stato detto di aspettare il loro turno per troppo tempo.
“Perché non hai fatto nulla per "la gente comune" durante i tuoi due mandati e quello per cui hai corso per Joe?” chiede qualcuno ad Obama.
E, ancora: “Hai avuto la possibilità di unire le persone, sei stato il primo presidente nero, invece ti sei comportato come una tipica persona di colore e hai causato ancora più caos tra le razze.”
Ma per quante contestazioni si possano muovere nei confronti di Obama, Biden e democratici tutti, resta chiaro il fatto che la grande legge di Trump ha concesso sgravi fiscali e tutto il resto ai ricchi. Nulla ai poveri o alla classe media.
Ma Trump, piaccia o no, ha un suo seguito nello zoccolo più duro e livoroso di matrice repubblicana. Come questo, firmato: Lucien Wolfe:
“L'espressione "Noi, il popolo" non è mai stata rivolta a tutti.
Escluse gli schiavi, sterminò i nativi e bombardò metà del mondo in nome della “libertà”.
E ora Obama vuole vendervi di nuovo la democrazia, confezionata in un biglietto di auguri Hallmark.
Quello che non ti diranno:
Gli stessi Stati Uniti che dicono "Noi il popolo" hanno finanziato colpi di stato in oltre 80 paesi dalla seconda guerra mondiale.
Chiedetelo al Cile. Chiedetelo all'Iran. Chiedetelo alla Libia.
“Democrazia” è la maschera.
L'impero è il volto.
Non stai ricostruendo la democrazia, Barack.
Stai riciclando la sceneggiatura. E abbiamo visto il finale.
Seguite la vera storia che cancellano nelle vostre aule.”
Difficile contestare alcuni eventi, altrettanto difficile resta, per questo, difendere Trump.
Ogni promessa fatta alla classe operaia e media del MAGA si è trasformata, per ora, in briciole a breve termine.
Quindi, a prescindere dalla propria posizione politica, quello di Obama è il tipo di messaggio di cui ora l'America ha bisogno. "Noi" significa responsabilità condivisa, non potere per pochi, ma opportunità per tutti. In un momento in cui la divisione viene usata come arma, questo richiamo all'unità è di grande impatto.
Non resta che chiudere con il messaggio Abramo Lincoln:
"Il governo del popolo, dal popolo, per il popolo, non scomparirà dalla terra."
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