mercoledì 30 luglio 2025

NATALIA GINZBURG: ISRAELE? IO STO DALL’ ALTRA PARTE






La Stampa- 14 settembre 1972. Ecco che cosa scriveva Natalia Ginzburg, ebrea, a proposito degli ebrei d' Israele. 


"Dopo la guerra, abbiamo amato e commiserato gli ebrei che andavano a Israele pensando che erano sopravvissuti a uno sterminio, che erano senza casa e non sapevano dove andare. Abbiamo amato in loro le memorie del dolore, la fragilità, il passo randagio e le spalle oppresse dagli spaventi. Questi sono i tratti che noi amiamo oggi nell’uomo. Non eravamo affatto preparati a vederli diventare una nazione potente, aggressiva e vendicativa. Speravamo che sarebbero stati un piccolo paese inerme, raccolto, che ciascuno di loro conservasse la propria fisionomia gracile, amara, riflessiva e solitaria. Forse non era possibile. Ma questa trasformazione è stata una delle cose orribili che sono accadute.


Quando qualcuno parla di Israele con ammirazione, io sento che sto dall’altra parte. Ho capito a un certo punto, forse tardi, che gli arabi erano poveri contadini e pastori. So pochissime cose di me stessa, ma so con assoluta certezza che non voglio stare dalla parte di quelli che usano armi, denaro e cultura per opprimere dei contadini e dei pastori.


[...] Gli uomini e i popoli subiscono trasformazioni, rapidissime e orribili. La sola scelta che a noi è possibile è di essere dalla parte di quelli che muoiono o patiscono ingiustamente. Si dirà che è una scelta facile, ma forse è l’unica scelta che oggi ci sia offerta".

martedì 29 luglio 2025

GUTTERRES: INTOLLERABILE LA DISTRUZIONE DI GAZA ILLEGALE L’ANNESSIONE DI CISGIORDANIA.






António Gutterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite:

“Sia chiaro: l'annessione strisciante della Cisgiordania occupata è illegale.

Deve fermarsi.


La distruzione totale di Gaza è intollerabile.

Deve fermarsi.


Sono inaccettabili azioni unilaterali che comprometterebbero per sempre la soluzione dei due Stati.

Devono fermarsi.”


Incredibile come il nono Segretario Generale delle Nazioni Unite sia riuscito a dire ciò che andava detto senza mai nominare Israele!


  

La risposta di 

Mahjar Publishing / @MahjarLit. A liberary journal for hyphenated America:


“È l'Occupazione, stupido. Nel settembre del 1973, alle pendici di quella che sarebbe diventata la Guerra d'Ottobre, chiamata Guerra dello Yom Kippur nei Paesi Occupati, Golda Meir chiese aiuto al mondo per far immigrare più ebrei russi in Israele, da 18.000 a 36.000,raddoppiandone il numero, mentre i rabbini che gestivano la Israel Bonds Co. cercavano di raddoppiare i contributi dal Nord America da 155 milioni di dollari a 360 milioni di dollari, che servivano a finanziare l'immigrazione in Israele.


Il 6 settembre 1973, il Partito Laburista, che aveva controllato Israele dal 1948, si divise e venne creato un nuovo partito con la piattaforma dell'annessione dei Territori Palestinesi Occupati.


Una settimana dopo, il 13 settembre 1973, Sharon e Begin fondarono il partito Likud, il partito conservatore annessionista, con la piattaforma dell'annessione dei Territori Palestinesi Occupati.


Gli eventi successivi, la Guerra d'Ottobre, il discorso di Sadat alla Knesset del 1976 e gli Accordi di Pace di Camp David del 1978, non risolsero la disputa sulla Palestina, ma la separarono solo dal nazionalismo arabo e dal petrolio. L'accordo prevedeva il riconoscimento della Risoluzione 242 delle Nazioni Unite e la soluzione dei due Stati. Invece, Israele trasformò la questione in una guerra di logoramento finanziata dal popolo americano.


Dagli Accordi di Camp David, gli Stati Uniti hanno versato a Israele ed Egitto 3 miliardi di dollari all'anno ciascuno: accordo che richiede uno Stato palestinese nei Territori Palestinesi Occupati, definiti con i confini precedenti al 1967, che corrispondono alla Risoluzione 242 delle Nazioni Unite, con Israele che rimane obbligato a rispettare il diritto internazionale e gli obblighi derivanti dai trattati. Nel luglio 2024, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e la Corte Internazionale di Giustizia hanno ordinato a Israele di RISPETTARE la Risoluzione 242 e di abbandonare l'occupazione dei Territori Palestinesi Occupati. Le minacce di annessione di Israele non sono mai state riconosciute e l'occupazione israeliana della Cisgiordania, di Gaza e delle alture del Golan non gli conferisce alcun diritto in quanto forza occupante. Lo stesso valeva quando la Gran Bretagna occupò la Palestina, il che significa che gli ashkenaziti vi venivano trafficati illegalmente.


Israele è legalmente e moralmente obbligato a lasciare Gaza e la Cisgiordania, e a ripristinarle nelle stesse condizioni in cui si trovavano il 4 giugno 1967, prima dell'attacco israeliano. Israele deve abbandonare immediatamente l'occupazione dei Territori Palestinesi Occupati, e questo significa porre fine al genocidio a Gaza e ritirare il suo esercito. Significa rimuovere le Forze di Difesa Israeliane e i coloni dalla Cisgiordania. Tutti quanti. Significa rimuovere il suo apparato di sicurezza statale dai Territori Palestinesi Occupati. Significa pagare ai palestinesi le riparazioni per l'occupazione e la nakba del 1948. Lo Stato di Palestina esiste, e deve essere ripristinato immediatamente, e ammesso all'ONU come Membro n. 194. Non porrà fine alla discussione, ma restituirà ai palestinesi il loro potere, così saranno in grado di risolvere definitivamente la controversia con Israele.


Non si è mai trattato della sicurezza di Israele. Si trattava di una guerra di logoramento che avrebbe reso e mantenuto Israele una voce di bilancio americana, mentre riempiva la Cisgiordania di coloni. Basta guardare a cosa sono ricorsi gli israeliani, a cosa hanno fatto per il loro stato suprematista ebraico, in Palestina e in America. Israele non è il più grande alleato dell'America. Israele è un terrorista, uno stato sociale, è un fottuto parassita.


Il mondo deve porre fine alla sua cecità di civiltà e riconoscere l'esistenza dei palestinesi e i loro diritti sulla loro terra, sulla loro sovranità e sulla loro nazione.”


lunedì 28 luglio 2025

OBAMA: "A GAZA GLI INNOCENTI NON DEVONO MORIRE DI FAME.”

 



“Sebbene una soluzione duratura alla crisi di Gaza debba comportare il ritorno di tutti gli ostaggi e la cessazione delle operazioni militari israeliane, c’è l'immediata necessità di agire per impedire che persone innocenti debbano morire di fame. Cosa che si potrebbe evitare.” 

Così scrive Barak Obama su X, incassando una lunga serie di consensi, ma anche di critiche, da parte degli americani. 


“Signor Presidente-scrive un lettore- con tutto il rispetto, è straordinario come Netanyahu e i suoi riescano a rintracciare funzionari iraniani a oltre 1.200 chilometri di distanza, senza tuttavia riuscire a localizzare i propri ostaggi a poche miglia da casa. È quasi come se non stessero mai veramente guardando. Dopotutto, per continuare il genocidio, hanno bisogno di una scusa.”


Per Netanyahu, sostiene qualcuno, gli ostaggi non sono una priorità, sono solo un pretesto.





Di fatto, i palestinesi stanno morendo anche a causa dei proiettili e delle bombe forniti a Israele dagli Stati Uniti. Perché l’America che simpatizza per Obama non chiede la cessazione immediata degli aiuti militari statunitensi a Israele; perché non esige il ritiro completo delle truppe dai territori occupati, compresa la Cisgiordania, e la fine del blocco israeliano su Gaza?


La carestia a Gaza non è un disastro naturale. È una catastrofe provocata dall'uomo che si sta svolgendo sotto gli occhi del mondo intero. Le agenzie delle Nazioni Unite segnalano un aumento della malnutrizione mentre i camion dei generi alimentari sono bloccati al confine. Le persone svengono per la fame. Non si tratta più di sicurezza: questa è negligenza volontaria. L'appello di Obama a inviare aiuti non è solo un appello morale, ma strategico. I corridoi umanitari, con consegne monitorate, possono muoversi senza punire i civili. Compassione e sicurezza possono coesistere se chi ha potere trova il coraggio di costringere i responsabili a rispettare anche i più elementari diritti umani. 


Persino alcuni funzionari israeliani riconoscono che si possa evitare un sistematico dirottamento degli aiuti. Passare all’azione, anche imponendola, significa: aprire i valichi, sfamare  la gente e lavorare per un cessate il fuoco che riporti a casa gli ostaggi. Posizioni come quella di Obama non sono debolezza, ma coscienzioso realismo. Ritardare significa tollerare la crudeltà con la scusa del controllo. 

L’ America della gente compassionevole, generosa ed empatica, se ancora esiste, solleciti il Congresso a sostenere gli aiuti umanitari immediati. La storia non farà sconti a chi ha trovato scuse. Ricorderà, invece, chi ha avuto la possibilità di salvare vite umane e non l’ha fatto. 


Definire genocidio quello che sta accadendo a Gaza non è antisemitismo. È responsabilità.

Quando si bloccano i rifornimenti alimentari, si bombardano i forni, si taglia l'acqua e si negano le medicine a una popolazione intrappolata, il mondo ha un nome per questo, e non è "autodifesa". 

È la fame come arma. 

È un crimine di guerra.

E quando è sistemico e mirato, allora rientra nella categoria dei genocidi.

Non si tratta di ebrei. Si tratta di Netanyahu. Un leader politico, non una fede. Un uomo che usa le sofferenze di massa dei civili per nascondere il suo potere, per poi usare le accuse di antisemitismo come arma per mettere a tacere i critici.

Gli ebrei non dovrebbero essere considerati responsabili dei suoi crimini e i palestinesi non meritano questo assedio.


“Sono felice di vedere che finalmente hai smesso di ignorare l'Olocausto a Gaza, ora che sono entrati nella fase della Soluzione Finale del genocidio.

Meglio tardi che mai, ma è assurdo che tu abbia aspettato che entrassero nella fase 5”: è la lapidaria risposta di una ragazza. 


“Ogni presidente degli Stati Uniti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è responsabile del genocidio a Gaza. Anche tu sei responsabile. Sei stato tu a farlo”, scrive un altro. 


Perché le parole caute e le mezze misure di Obama-secondo molti- hanno lasciato morire di fame innumerevoli innocenti mentre la violenza infuriava. La sua incapacità di prendere una posizione ferma contro l'assedio ha fatto sì che la sofferenza si aggravasse. Leadership significa azioni coraggiose, non dichiarazioni cortesi che giustificano il genocidio per omissione.


Genocidio non è solo una parola. È un avvertimento. E sta accadendo ora.

giovedì 10 luglio 2025

I DIRITTI DELLE DONNE IN IRAN. LE STATISTICHE NEL CONFRONTO CON STATI UNITI


Sono da sempre schierata con quel movimento d’opinione occidentale che vuole "salvare le donne musulmane" dalle schiavitù imposta loro da una religione meno accomodante del cristianesimo e che attribuisce all’uomo un supposto diritto di dominio. Banalmente, lo si nota già a partire dall’abbigliamento: lui al mare in mutande, lei coperta dalla testa ai piedi. Come chiunque, nel mondo occidentale, m’indigno per il ruolo ricoperto dalle "Guardie della Rivoluzione Islamica" (Pasdaran), il corpo paramilitare che svolge un ruolo fondamentale nella sicurezza interna ed esterna del paese. Collegato, anche, alla Polizia Morale, responsabile dell'applicazione delle leggi sull'abbigliamento e dei costumi islamici. 


Poi, scopro varie inchieste e statistiche 

specifiche sull'Iran che mi lasciano perplessa. Le riporto così, esattamente come sono state stilate dai ricercatori. 


ALFABETIZZAZIONE TRA LE DONNE.

Prima della Rivoluzione Islamica del 1979, il tasso di alfabetizzazione delle donne sotto lo Scià era del 42%. In meno di un decennio dalla rivoluzione, quel numero è salito al 98%.


LAUREATI IN DISCIPLINE STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica).

In Iran, circa il 70% dei laureati STEM sono donne;  i livelli degli Stati Uniti, si attestano al 53% %)


DOTTORATO PROFESSIONALE.

Circa il 58% degli studenti dei programmi di dottorato professionale iraniani sono donne. Negli Stati Uniti, la percentuale è del 56%.


FEMMINICIDIO. 

In Iran, il tasso di omicidi intenzionali di donne è di 0,59 ogni 100.000 abitanti. Negli Stati Uniti, questo numero è quasi 4 volte superiore, attestandosi a 2,1 ogni 100.000 donne (con forti disparità razziali: donne nere e native americane: 4,3-4,8 ogni 100.000 abitanti; contro donne bianche: circa 1,5 ogni 100.000 abitanti).


PARTECIPAZIONE AL GOVERNO.

In Iran, le donne ricoprono il 27% degli incarichi ministeriali, circa 1.121 giudici donne e circa il 25% dei ruoli dirigenziali nel governo (questi valori, che risalgono ai primi anni  2000, saranno ora sicuramente molto più alti ).


CONGEDO DI MATERNITÀ E BENEFICI.

In Iran, la legge sul sostegno alla famiglia e ai giovani prevede 9 mesi di congedo di maternità retribuito per i settori pubblico e privato, più 4 mesi facoltativi di lavoro da remoto durante la gravidanza, tutele della sicurezza del posto di lavoro per congedi non retribuiti prolungati e 2 settimane di congedo di paternità.


Negli Stati Uniti, l'unica garanzia federale è rappresentata da 12 settimane di congedo di maternità non retribuito.



ALTRI VANTAGGI RISERVATI ALLE DONNE IRANIANE RISPETTO ALLE AMERICANE


1. Assistenza gratuita alla maternità e trattamenti per l'infertilità fortemente sovvenzionati (~90 %); servizi gratuiti per la maternità e il parto in tutto il paese, anche per le donne non assicurate.


2. Tutela del lavoro: donne incinte riassegnate da lavori pericolosi senza perdita di stipendio; pause per l'allattamento offerte fino al secondo compleanno del bambino; ​​disposizioni obbligatorie per l'assistenza all'infanzia sul posto di lavoro.


3. Le politiche di sostegno alla famiglia previste dalla legge demografica includono: assistenza per l'alloggio, prestiti per le coppie sposate, priorità lavorativa per i genitori, sussidi per l'assistenza all'infanzia e prestazioni pensionistiche per le madri con più figli.


TRATTAMENTO DI AFFERMAZIONE DI GENERE.

L'Iran ha legalizzato la chirurgia di affermazione di genere (SRS) negli anni '80! Il governo sovvenziona interventi chirurgici e terapia ormonale per le persone transgender che abbiano almeno 18 anni e abbiano completato un sistema di approvazione che richiede consulenza psicologica e terapia ormonale per 1-3 anni, e commissioni di selezione professionali che valutano la disforia di genere rispetto all'omosessualità, inclusi colloqui familiari, test del DNA e potenziale coercizione.

mercoledì 9 luglio 2025

FILE EPSTEIN: LE INSINUAZIONI DI MUSK E L’INCREDIBILE INCHIESTA CHE CHIUDE IL CASO.

 



Perché stupirsi se Elon Musk insinua che Trump sarebbe presente nei file di Epstein?

Basta ripercorre la cronaca dagli inizi e ancor prima dello scandalo per capire che il presidente degli Stati Uniti potrebbe essere presente in quei fascicoli, ora clamorosamente negati. 


Epstein non era solo un miliardario che Trump incontrò per caso ad una cena. I due erano migliori amici già negli anni '90. Lo dimostrano centinaia di foto e video che li riprendono mentre facevano festa insieme a delle ragazzine a Palm Beach. E a differenza di altri complici di Epstein, Trump fu così stupido da dire al New York Magazine di essere a conoscenza della presenza di giovanissime ragazze. Ecco che cosa dichiarò Trump a Landon Thomas, autore di quell'articolo del 2002:

“Conosco Jeff da quindici anni. È un ragazzo fantastico. È molto divertente stare con lui. Si dice persino che gli piacciano le belle donne tanto quanto a me, e molte di loro sono giovani. Non c'è dubbio: Jeffrey si gode la vita sociale.”




Anni dopo, i due migliori amici ebbero un brutto litigio, si disse a causa di un affare immobiliare, ma in proposito non ci sono prove. È possibile che Epstein avesse foto e video di Trump con delle ragazzine e lo ricattasse? 

Pare che Epstein, noto per la sua perversione, avesse l’abitudine di  registrare di nascosto le persone che facevano sesso nelle sue varie ville.

È dunque possibile che  anche Trump sia incappato nella trappola ed abbia dovuto sborsare una bella somma per tacitare il ricattatore. 


Epstein venne arrestato la prima volta nel 2007. Era accusato di  prostituzione aggravata, ma ottenne un vantaggioso patteggiamento da Alex Acosta, all’epoca procuratore distrettuale per il distretto meridionale della Florida. Ciò, sostanzialmente, permise al miliardario di farla franca.

Dieci anni dopo, quando Trump divenne presidente, nominò Acosta Segretario del Lavoro, nonostante la sua totale inesperienza in materia sindacale. 

Il funzionario fu comunque costretto a dimettersi nel 2019, quando i Democratici lo accusarono di aver trattato settariamente il caso Epstein.


Epstein è stato assassinato?


Probabilmente, ma non nel senso tradizionale del termine. È stato ampiamente ribadito che, dopo il suo arresto, Epstein fosse sotto costante sorveglianza antisuicidio 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all'anno. 


Allora che cosa accadde realmente? 


Jeffrey Epstein fu trovato morto nella sua cella al Metropolitan Correctional Center il 10 agosto 2019. 

Il capo dei medici legali di New York, Barbrara Sampson, dichiarò che Il miliardario 66enne si era impiccato con il lenzuolo della sua brandina legandolo alla parte alta del letto a castello, presente nella sua cella.


Mark Epstein, fratello minore di Jeffrey, 

ipotizzò che l'ex procuratore generale Bill Barr potesse aver "protetto" individui di alto profilo, in qualche misura complici di quel suicidio. 

"Sì, ci sono stati errori, ma questo non significa che mio fratello si sia suicidato a causa di errori", disse al New York Post.

Qualcuno avrebbe allontanato le guardie da Epstein abbastanza a lungo da permettergli di compiere il gesto.


Il Dipartimento di Giustizia affermò che le riprese delle telecamere di sorveglianza della cella di Epstein erano state cancellate a causa di "errori tecnici". Mentre le guardie carcerarie  ammisero di aver falsificato i verbali.


Newsweek e The Guardian scrissero che nelle ore successive al suicidio gli agenti dell'FBI di Bill Bahr fecero irruzione in casa di Epstein prelevando hard disk e DVD dalla sua cassaforte, materiale da allora mai più ritrovato. 


Nel 2019, durante il processo a Ghislaine Maxwell (63 anni, ex amante e collaboratrice di Jeffrey Epstein, condannata a 20 anni, per aver adescato e manipolato le minorenni, sessualmente abusate dal finanziere), gli agenti dell'FBI testimoniarono che, in seguito a un'irruzione nella casa di Epstein a New York City, alcune prove "erano scomparse".


LE CONCLUSIONI.


Oggi, uno degli scandali politici più grandi della storia, arriva a siffatte conclusioni:

Jeffrey Epstein, il finanziere pedofilo trovato morto in cella mentre era in attesa del processo per traffico di minori a New York, è morto suicida. Non custodiva una “lista clienti” e mai ricattò personaggi potenti. Il caso è chiuso: non vi saranno altre incriminazioni. 

Così, nonostante la condanna di Ghislaine Maxwell, l’amministrazione  Trump chiude la questione su uno degli scandali americani più scottanti degli ultimi decenni. 

Un atto che contraddice ufficialmente le teorie del complotto sulle attività di Epstein e sulla sua morte, le stesse che erano state avanzate anche da Kash Patel, ora capo dell’Fbi, e Dan Bongino, suo vice. 

Prima che Trump li mettesse alla guida del Bureau, i due massimi dirigenti, furono infatti in prima fila tra coloro che, nel mondo Maga, misero in dubbio la versione ufficiale della morte del finanziere. La prestigiosa nomina quanto ha potuto sul cambio di opinione? 




Non bastasse, pare che Ghislaine Maxwell starebbe per presentare una richiesta di grazia al presidente Trump.