La prima vita soffocata dai colpi d'artiglieria è stata quella di Omar Samour, un contadino di soli 27 anni. Il giovane si trovava all'interno della Striscia di Gaza, ma secondo i militari israeliani, gia troppo vicino alla barriera di sicurezza. E nel momento di alta tensione ogni passo è un pericolo, una minaccia all'invalicabilità del confine da difendere a tutti i costi. Perciò gli ufficiali di Tel Aviv hanno lanciato l'ordine di fare fuoco.
Poco più tardi la stessa sorte è toccata ad Amin Mahmoud Muammar, 35 anni, quindi ad un altro e ad un altro ancora fino a che il numero dei morti è arrivato a 14. Secondo i medici palestinesi, la vittima più giovane aveva 16 anni.
Nella Striscia di Gaza, dove la pace non può, non riesce a metter radici, Israele spara da ore sui manifestanti palestinesi. E oltre a quella dei morti è cominciata anche la conta dei feriti:1.000 - 1.200 - 1.400. Numeri che salgono di ora in ora.
L'esercito israeliano reprime con durezza e decisione la manifestazione commemorativa organizzata da Hamas durante la Yom al-Ard, la giornata della terra, che ricorda i morti palestinesi del 30 marzo 1976, quando le forze armate giunte da Tel Aviv soffocarono nel sangue la protesta dei coloni contro l'esproprio di terreni agricoli . La manifestazione dovrebbe proseguire fino al 15 maggio, giorno del Nakba, la dichiarazione d'indipendenza israeliana del 1948. Stessa data che segna la diaspora forzata di migliaia di palestinesi.
Nei giorni scorsi il Governo di Tel Aviv aveva diramato l'avvertimento: "non esiteremo a dare ordine di sparare ai cecchini qualora i manifestanti dimostrassero l'intenzione di superare le recinzioni per fare il loro ingresso nei territori occupati da colonie israeliane".
Ed è ciò che sarebbe accaduto, almeno secondo le forze armate israeliane che stanno reprimendo senza pietà i tentativi di rivolta dei palestinesi. I quali, in ogni caso, restano imprigionati all'interno di un'area – la Striscia di Gaza – isolata dalle colonie da alti muri e reticolati di filo spinato.
Gli ufficiali israeliani replicano: "I palestinesi fanno rotolare pneumatici incendiati e lanciano pietre verso la barriera di sicurezza, i soldati israeliani ricorrono a mezzi antisommossa e sparano in direzione dei principali responsabili e hanno imposto una zona militare chiusa attorno alla Striscia di Gaza, una zona dove ogni attività necessita di autorizzazione".
LA FURIA DI HAMAS.
La reazione di Hamas non si è fatta attendere.
"Non cederemo nemmeno un pezzo della terra di Palestina e non riconosceremo l’entità israeliana. Promettiamo a Trump e a tutti quelli che sostengono il suo complotto che non rinunceremo a Gerusalemme e che non c’è soluzione se non il diritto al ritorno”.
Il capo politico Hamas, Ismail Haniyeh, aggiunge:" date il
benvenuto ovunque al popolo palestinese che ha sconfitto la scommessa dei leader nemici secondo cui i vecchi sarebbero morti e i giovani avrebbero dimenticato. Ecco i giovani, i nonni e i nipoti. Non rinunceremo a Gerusalemme".
D.Bart.
Nessun commento:
Posta un commento
Se volete lasciate un commento...