All'ultima, ennesima strage di persone in Siria, fa seguito l'abituale e circostanziata efferatezza che annuncia, con deliberato cinismo, un nuovo pretesto di guerra: quel che si dice in gergo: il casus belli. 70 civili sono stati uccisi per soffocamento causato da un agente chimico. Non è dato sapere con precisione quale, ma la sostanza in questione non dovrebbe essere un agente nervino bensi un gas “soffocante”, come ad esempio il fosgene. Un tipo di arma chimica mai usata prima d’ora in Siria. È questa, al momento, l'ipotesi formulata da alcuni esperti dopo aver visionato le immagini delle vittime.
Tra queste, come sempre, si contano anche numerosi bambini.
Quello che invece non si riesce a capire è chi sia realmente il responsabile dell'orrendo gesto. I ribelli accusano il Governo Siriano, il Governo Siriano respinge l' accusa e punta l'indice dritto contro i ribelli stessi.
Gli Stati Uniti, attribuiscono alla Federazione Russa una rilevante responsabilità ed un sia pur indiretto coinvolgimento nei gesti perpetrati (eventualmente) dai gruppi fedeli al governo di Damasco. E la Russia che fa? Nega a sua volta ogni addebito, e parla di attacco “fabbricato”.
Sta di fatto che, indipendentemente da chi sia il responsabile della strage, ora gli Stati Uniti hanno a disposizione il pretesto, il casus belli, per attaccare la Siria.
Da settimane il numero uno del Pentagono, Jim Mattis, afferma che l’uso di armi chimiche in Siria determinerebbe una dura risposta americana. Lo stesso presidente Trump, che pure aveva annunciato il ritiro delle truppe Usa, aveva pubblicamente dichiarato la propria volontà di attaccare i vertici del regime siriano nel caso in cui fossero state utilizzate armi chimiche.
Non vorranno estraniarsi di certo dalla scena francesi e britannici, sempre pronti ad agire di concerto con gli Stati Uniti quando si tratta di colpire assetti vitali del governo di Damasco.
E quindi, paradossalmente, assume persino relativa importanza la paternità di questo attacco chimico. Ciò che conta, invece, sono le decisioni dei Governi Occidentali, ora, che finalmente hanno una motivazione per giustificare un attacco su vasta scala in Siria.
Americani, francesi e britannici devono aver già chiari anche i bersagli contro cui puntare i propri missili.
1)Le basi militari sospettate di essere l’origine degli attacchi chimici.
2)La sede del Governo Siriano e il suo presidente Al Assad
3)I sistemi di difesa aerea della Siria e le batterie operate dai russi.
Ad un' eventuale risposta militare dell'occidente potrebbe invece contrapporsi una più auspicabile risposta diplomatica o politica. A partire da oggi, gli occhi guardano a Washington, le speranze, tutte, sono riposte su John Bolton, nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca.
D.Bart.
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