domenica 11 marzo 2018

Bombe e massacri di civili. Continua, implacabile, l'offensiva dell' esercito turco su Afrin.

Ad Afrin, la situazione si fa di ora in ora più dura e drammatica. L' esercito turco, entrato da giorni in territorio siriano, continua a uccidere senza discrimine combattenti e civili. Le bombe hanno distrutto case, scuole, mercati e acquedotti. La città ha quasi terminato le riserve d'acqua dopo che i turchi, preso possesso della diga di Meidanki, hanno tagliato la fornitura e bombardato le stazioni di pompaggio. Viveri e medicinali non sono sufficienti a soddisfare le richieste dal momento che in città ha cercato rifugio anche la gente dei villaggi, già caduti sotto controllo dell'esercito turco e delle milizie jihadiste.
Il sentore di un imminente massacro aleggia su tutto il territorio di guerra, tanto che Asya Abdullah, del Movimento per una società democratica (Tev-Dem), ha invitato tutti i curdi alla sollevazione. La sirena d'allarme è  suonata in queste ultime ore, dopo che l’esercito turco e le formazioni  jihadiste
alleate si sono avvicinate a 2 chilometri dal centro di Afrin.
La città è stata presa d'assedio su diversi lati, in particolare dalla direzione di Shera: una distanza che pone  direttamente sotto minaccia il centro di Afrin. L' alta densità della popolazione, costituita dai residenti e dai tanti rifugiati, soffre la mancanza di acqua e non solo. Mancano anche generi di prima necessità, mentre  bombardamenti di artiglieria e di aerei continuano a colpire zone periferiche della città.
Il Tev Dem ha chiamato a una mobilitazione generale, a una sollevazione in tutti i posti e le piazze del mondo per difendere Afrin. Sotto accusa c'è il "progetto di pulizia etnica" che Erdogan e  jihadisti vorrebbero attuare sulla popolazione di Afrin.
Da più parti viene invocata la costituzione di una no fly zone che fermi i bombardamenti aerei, gli stessi che continuano ad alimentare il già  elevatissimo numero di vittime civili.  Azioni di protesta sono già in atto in molte città europee, ed anche in Bashur.
La gente di Afrin chiede alla comunità internazionale di rompere il silenzio, chiede di sostenere la popolazione, invoca una proposta di pace per la Siria.
È ora che abbia fine questo massacro, passato fino ad oggi sotto silenzio, o quasi.
D.Bart.

Un bambino spaventato nelle strade distrutte di Afrin

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