giovedì 31 marzo 2022

GIRKIN E IL PROBLEMA DEL DONBASS


Nel 2014, Igor Girkin, detto il cecchino, è diventato il volto della ribellione nella regione ucraina del Donbas contro il nuovo governo a Kiev. 

Non era nemmeno ucraino, Girkin, ma un russo con forti visioni nazionaliste ed un passato nel Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, noto con la sigla FSB, e successore del KGB. 

Era un veterano dei conflitti scoppiati nell'ex Unione Sovietica dopo il suo crollo, e della Cecenia 

Nel febbraio del 2014, dopo la fuga dall’Ucraina del  presidente filo-russo Yanukovych, Girkin aveva contribuito a creare le condizioni per l'annessione della Crimea, per poi passare al Donbas, divenendo ministro della difesa dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk'.

Qui, ha contribuito a trasformare quello che avrebbe potuto essere un semplice disordine irregolare in un conflitto violento. Fino a che ha litigato con Mosca. 

Per due motivi:

-In primo luogo attirava troppa attenzione, soprattutto dopo essere stato coinvolto nell'abbattimento dell'aereo di linea malese - MH17 - e per il quale ora è stato processato (in contumacia) nei Paesi Bassi. 

-In secondo luogo, non era d'accordo sugli obiettivi politici. Voleva che il territorio del Donbas (e oltre, se possibile) seguisse il destino della Crimea per entrare a far parte della Federazione Russa. 

Putin tentennava. Militarmente, sarebbe stato certamente più facile allora di quanto lo sia oggi, ma, Putin, avrebbe preferito lasciare il Donbas all’Ucraina, sotto forma di una nuova costituzione che avrebbe garantito diritti extra, quindi, la possibilità di influenzare, in un secondo tempo, la futura direzione politica di Kiev. 

E Girkin, che pensava fosse un'occasione persa, fu ordinato di tornare in Russia e stare zitto. 




PUTIN E IL DILEMMA DEL DONBAS



Per seguire la sua strategia preferita, Putin dovette prima fermare i separatisti che perdevano contro le forze ucraine. Lo fece nell'agosto del 2014,  inserendo nella battaglia forze regolari russe. 

Dopo aver inflitto pesanti colpi all’esercito ucraino, accettò i colloqui per il cessate il fuoco, che portarono agli accordi di Minsk in settembre; accordi leggermente rivisti nel febbraio successivo, dopo ulteriori combattimenti e, in pratica falliti, perché mai attuati. 


Vi sono molte interpretazioni sul perché Putin abbia scatenato questa guerra. 

Non ultimo il ruolo della NATO e le richieste di un nuovo ordine di sicurezza. 

Ma il punto centrale resta  sempre l'Ucraina, e l'incapacità di Putin di accettarla come uno stato indipendente, che sta rinunciando ai suoi legami storici con la Russia per avvicinarsi sempre più all'Occidente.


Così, mentre Putin sviluppava i suoi piani, Girkin definiva la sua ex enclave una discarica, con i suoi abitanti in condizioni peggiori di quelle che avrebbero avuto in Russia o in Ucraina.

Quando Putin organizzava  un massiccio accumulo di forze intorno all'Ucraina, Girkin era scettico, ritenendo che fossero insufficienti per completare la piena invasione del Paese. Sospettava che Putin, al massimo, avrebbe tentato un'operazione limitata al  Donbass.


Ora, dopo un mese di guerra, Girkin sottolinea quanto catastroficamente errata sia stata la valutazione delle forze ucraine da parte di Mosca, e segnala il rischio di una lunga, debilitante e sanguinosa guerra. Vede il conflitto in termini apocalittici. 

Tuttavia, la sua reazione non è quella di abbandonare la guerra, ma di raddoppiarla, raccogliendo maggiori riserve dall'interno della Russia; mettendo l'intera economia sul piede di guerra; interrompendo tutti i negoziati con Kiev; cercando di conquistare più territori da annettere alla Russia. 

La guerra, insiste, deve essere completamente vinta

o sarà completamente persa.


EVITARE LA SCONFITTA


Girkin stesso, ora, è una figura di poca importanza, ma la linea che sta proponendo, e il consiglio impossibile che sta dando, indica quanto sia alta la posta in gioco per Putin. L'attenzione occidentale è naturalmente attratta da quelle persone coraggiose che sulle strade russe protestano contro una guerra crudele e catastrofica. La speranza di una sorta di cambiamento di regime a Mosca, comunque possa essere organizzato, trasmette il desiderio di una figura più ragionevole e meno ossessiva di Putin. Qualcuno pronto a porre fine alla guerra e a ristabilire relazioni amichevoli con il resto del mondo. Ciò consentirebbe di superare le sanzioni e dare inizio alla massiccia ricostruzione dell'Ucraina.


Per il momento, è importante notare che sono i nazionalisti ad essere i più stimolati dall'aggressione di Putin, e che saranno loro i più angosciati se il piano dovesse fallire. 

Mentre le crepe cominciano ad apparire persino sui media controllati dallo stato, Putin non mostra alcun segno di cedimento su quelle che ritiene essere richieste fondamentali. Non osa confermare la debolezza della sua posizione.


Nella sua dichiarazione del 25 marzo, il vice ministro della Difesa russo aveva annunciato che la prima fase dell'operazione era stata conclusa con successo, con ingenti danni alla macchina militare ucraina, e che ora l’operazione si sarebbe concentrata sull'obiettivo principale: il Donbas. 

Questo sembrava lasciare Kiev e Chernihiv fuori dall’escalation dei violenti bombardamenti. 

Ma il vero scopo era quello di riorganizzarsi per prepararsi a nuove offensive.

Un  nuovo focus di missili e granate hanno continuato a colpire ogni tipo di obiettivi, sia civili che militari, a Chernihiv, a Kiev e altrove.

I negoziati devono ancora registrare progressi concreti. Il presidente Macron, che punta più di tutti a mantenere le comunicazioni con Putin, è stato deluso nei suoi ultimi sforzi di stabilire un corridoio umanitario a Mariupol, per portare soccorso e permettere ai civili di fuggire.


Lo stato della guerra diventerà più chiaro nei prossimi giorni, ma non c'è motivo di dubitare che un certo grado di attenzione sia stato imposto all'esercito russo, in apparente difficoltà. 

Gli eserciti riuniti per invadere l'Ucraina sono stati frustrati, esauriti, in termini di fatica e di forniture. La logistica e il morale sono problemi da affrontare con urgenza, sia per l’alto numero di  vittime che per le attrezzature perse. Attualmente, a causa delle controffensive ucraine, 

i russi non sono più in grado di  mantenere tutte le posizioni al di là della regione del Donbas.  Il ritiro da Kiev consente la ridistribuzione di  forze che possono essere utilizzate per raggiungere  l'obiettivo principale: il Donbass, appunto. 

I rinforzi arriveranno, ma, sulla base delle informative, poche saranno le unità d'élite, molte coinvolgeranno truppe non disposte ad entrare in servizio, e l'equipaggiamento preso dalle riserve sarà obsoleto


Tutto ciò significa che per i russi sia concretamente più conveniente concentrarsi solo sul Donbas. 

Ed esorta il presidente Zelensky a vedere in questo un'opportunità per porre fine alla guerra. 

Altri si chiedono perché Putin non abbia semplicemente fatto del Donbass il suo unico obiettivo fin dall'inizio, invece di cercare di soggiogare tutta l'Ucraina e installare un nuovo governo a Kiev.


UN PREMIO DI CONSOLAZIONE?


Questa è una domanda che vale la pena affrontare, perché ci riporta al ruolo del Donbass, in tutta la drammaticità  di questa triste storia. Ci ricorda perché, gli obiettivi politici e militari, non possono essere discussi separatamente l'uno dall'altro.


Nei giorni che precedettero l’'invasione, la narrazione russa riguardava la minaccia genocida dell'Ucraina nel Donbass. 

I separatisti rimarcavano la necessità di evacuare i civili in Russia per la loro protezione dai  bombardati  ucraini.

Il 21 febbraio, Putin convoca  la riunione del suo Consiglio di Sicurezza: sul tavolo, la questione se la Russia dovesse riconoscere (ma non annettere) gli staterelli indipendenti di Donetsk e Luhansk. 

Alla fine della giornata si decide che si, in effetti, la Russia li avrebbe riconosciuti 

ed avrebbe garantito la loro   sicurezza. 

Il 24 febbraio, quando Putin annunciò le ragioni  dell'invasione, spiegò:

"Cercheremo di smilitarizzare e denazificare l'Ucraina, così come porteremo a giudizio coloro che hanno perpetrato numerosi crimini sanguinosi contro i civili, cittadini della Federazione Russa."


La rapida escalation delle preoccupazioni russe ha portato alla drammatica conclusione che solo con un cambio di regime a Kiev sarebbe stata garantita la sicurezza di questi territori.


Questo spiega, in parte, perché Putin non ha preso il Donbas nel 2014, quando aveva la possibilità di farlo. 

Ma c’erano altre ragioni a trattenerlo. 

-In primo luogo, il territorio non esprimeva un gran desiderio di unirsi alla Russia. Governarlo, sarebbe stato  difficile e costoso. 

-In secondo luogo, le sanzioni occidentali imposte alla Russia sarebbero state

molto più severe rispetto a quelle che seguirono  l'annessione della Crimea. 

-In terzo luogo, si sarebbe creato un nuovo confine tra Russia ed Ucraina che avrebbe richiesto un maggiore sostegno da parte dall'Occidente.


Tutte queste considerazioni sono valide ancora oggi.

Finché Putin rimarrà al potere, l'alienazione dell'Ucraina dalla Russia sarà completa, essa si integrerà ancor di più con l'Occidente. 

Fintanto che il territorio ucraino sarà occupato, le severe sanzioni rimarranno in vigore e gli ucraini manterranno alta la pressione su qualsiasi nuova linea di cessate il fuoco che lasci il loro territorio sotto il controllo russo. 

Il loro esercito, peraltro, non può più essere sottovalutato dalla Russia. Governare e controllare l’Ucraina creerà problemi immensi. La Russia ha distrutto la vita delle persone che si proponeva di “salvare”. Il risultato è stato quello di aver incenerito e spopolato città, con un residuo di abitanti  distanti ed ostili, pronti a resistere e sostenere insurrezioni. 

Questo è il motivo per cui prendere il Donbas non è un premio di consolazione soddisfacente per Putin, figuriamoci per coloro che gli chiedono di attenersi ai suoi obiettivi massimalisti. 

È semplicemente una ricetta per la continua instabilità, che trasforma la follia di Putin del 2014  in una catastrofe ancora più grande, che impoverisce le risorse economiche e militari della Russia.


In tutte le ricerche per un accordo di pace è difficile evitare la conclusione che non vi siano buoni risultati per la Russia. Ha inflitto enormi costi umani, politici ed economici a se stessa, così come all'Ucraina. Nulla di ciò che Mosca può ora ottenere può superare tali costi. Se non è in grado di raccogliere un'offensiva finale per raggiungere i suoi obiettivi originali, non c'è una formula che permetta a Putin di fingere che tutto questo sia stato utile e che abbia ottenuto esattamente ciò che era stato previsto. Come ha osservato Igor Girkin, avrà perso completamente, così come una volta sperava di vincere.

mercoledì 30 marzo 2022

UCRAINA: UN SUPPORTO AEREO PER FERMARE LA CARNEFICINA.

L'invasione dell'Ucraina da parte di Vladimir Putin è arrivata al 31º giorno.

Mentre i combattimenti infuriano alla periferia di Kiev, altri assalti sono in corso a Mariupol e in altre città ucraine

Mariupol è una città industriale e portuale, a sud della regione di Donetsk; sito che i russi vogliono sia loro ad ogni costo,  nonostante i desideri e i pareri dei residenti.

Anche Kharkiv, città di 1,4 milioni di abitanti nell'est dell'Ucraina, è stata trattata con brutalità per aver rifiutato di arrendersi.
Nelle città occupate di Kherson e Melitopol, nel sud dell'Ucraina, cittadini pacifici hanno pubblicamente rifiutato lo status temporaneo di «occupati».  In gruppi e disarmati si sono recati nelle piazze sventolando la bandiera blu e gialla dello Stato ucraino, di cui si sentono e vogliono essere parte.

La città di Odesa, abitata per la maggior parte da cittadini di lingua russa, è pronta per un'offensiva dal mare e dall'aria.

L'invasione dell'Ucraina da parte del presidente russo Putin, ha provocato una  carneficina in uno dei paesi più grandi d’Europa. E non è finita. Nonostante l'immensa perdita di vite dei soldati russi, gli attacchi alle città ucraine continuano a provocare innumerevoli morti civili, di cui Putin non si preoccupa affatto.


Le forze di terra dell'Ucraina hanno combattuto eroicamente. Hanno costretto il nemico a fermarsi in alcuni luoghi ed a ritirarsi in altri. Mentre i soldati delle forze terrestri di Putin finiscono in sacchi per cadaveri, l'Ucraina dovrebbe poter sferrare dall'aria il colpo decisivo per porre fine ai crimini di guerra commessi dai russi sul proprio territorio. 
La Corte penale internazionale sta già aprendo un'indagine su tali crimini, peraltro, più che evidenti.

Uno dei dibattiti più controversi svoltisi in Ucraina negli ultimi giorni è basato sul come fornire un supporto aereo che ponga fine alla macchina militare di Putin.

Vi sono modi  per farlo, con relative complicazioni. Ma anche le soluzioni sono a portata di mano.


NATO

Nel corso di questa guerra, e durante i preparativi, il capo della NATO, Jens Stoltenberg, ha ripetutamente dichiarato (come ha fatto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden) che non vi sarebbero stati soldati NATO (o americani) sul campo in Ucraina.




Mentre simili dichiarazioni avrebbero senso ad altri livelli, per Vladimir Putin rappresentano solo un incoraggiamento.
Ha capito, in sostanza, che la sua invasione non avrebbe incontrato resistenza, nemmeno quella del popolo ucraino, di cui ha colpevolmente e ingenuamente sottovalutato la forza e la determinazione.

Stoltenberg ha ripetuto più volte che la NATO non avrebbe fornito i mezzi aerei necessari per imporre una zona di interdizione al volo sull'Ucraina. Eppure esistono precedenti per la stessa NATO.

La logica è che un incidente tra un caccia russo ed uno che vola sotto bandiera NATO porterebbe alla Terza Guerra Mondiale.
Nessuno vuole una cosa del genere, ovviamente. Non siamo al dibattito accademico, in gioco ci migliaia di vite umane.


UNA FORZA AEREA FORMATA DA VOLONTARI

Quando in Ucraina si è presa in considerazione la necessità di dover sfidare la grande potenza aerea della Russia, qualcuno ha lanciato l'idea di un'aviazione volontaria. Si tratta di un'impresa complessa, che richiede piloti esperti, aerei abituati a volare, armamenti ed equipaggi di terra.


Per la messa a punto di questa operazione, ho parlato con un pilota di caccia in pensione,  il quale ha formulato alcune valutazioni.

Nei paesi vicini: Ucraina - Romania e Croazia esiste una flotta di MiG-29, MiG-21, Sukhoi 22 e Sukhoi 25 aerei. Una settantina di mezzi in tutto , pronti al combattimento.


I piloti ucraini e gli equipaggi di terra conoscono questi aerei, sono operatori esperti, così come lo sono molti piloti di caccia provenienti da tutta la regione, che si dicono pronti ad arruolarsi come volontari. Pilotare questi jet contro le forze di invasione significherebbe colpire le posizioni di artiglieria russa da una distanza di sicurezza tale da risparmiare le case dei cittadini ucraini.


Piloti di altre nazioni potrebbero aggiungersi alla missione.




UNA COALIZIONE DI NAZIONI

Un ex coordinatore delle Nazioni Unite in Ucraina, l'ambasciatore Francis M'O'Donnell, ha sostenuto che una coalizione internazionale di supporto aereo per l'Ucraina è possibile.
O'Donnell delinea un quadro in cui l'Assemblea generale delle Nazioni Unite potrebbe incaricare la coalizione di agire sulla base del principio della responsabilità di protezione. L’argomentazione è valida, e l'attesa di un mandato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite è persino inutile, perché esiste un precedente per l'attività unilaterale d'aviazione in un altro paese, precedente stabilito proprio da Vladimir Putin.
Quando Putin ha inviato la sua potenza aerea per sostenere il dittatore siriano Bassar al-Assad -missione in cui l'aviazione russa ha commesso crimini di guerra (come bombardare convogli di aiuti umanitari)- la sua unica giustificazione è stata: «Siamo qui su invito del governo legittimo»

La Russia ritiene che, di per sé, questo sia tutto ciò di cui ha bisogno l'aviazione di un paese per andare in aiuto di un altro. Pertanto, Putin non potrà lamentarsi.

Oltre a quello offerto da Putin,  altri esempi nella storia ci dicono che tale azione è legittima. La Svezia, per esempio, andò in aiuto della Finlandia nel 1939. Vi sono indicazioni che la Polonia potrebbe essere il primo paese ad aderire alla proposta. Altri potrebbero seguirne l’esempio.
Se l’alleanza si concretizzasse, il messaggio sarebbe inequivocabile, vorrebbe dire che: l'aggressione della Russia non sarà tollerata; che il massacro di innocenti da parte di Putin è un crimine di guerra che la comunità internazionale non perdonerà; che il governo dell'Ucraina è riconosciuto, nonostante la propaganda russa lo accusi di essere costituito da nazionalisti radicali e nazisti.

L'unica cosa che Putin rispetta è la forza. L'unica cosa necessaria, dunque, per proteggere i cittadini ucraini dai pericoli che arrivano dal cielo, è una contrapposizione della medesima potenza.


USA: Putin responsabile della crisi alimentare globale

Secondo il Dipartimento di Stato americano, la Russia sta bloccando nel Mar Nero almeno 90 navi cariche di cibo. 

Il vice capo del Dipartimento di Stato americano, Wendy Sherman, ha dichiarato che almeno tre unità da carico civili sono state colpite, e 
ritiene che il presidente russo Vladimir Putin sia il diretto responsabile della crisi alimentare globale. 
"Le conseguenze della guerra di Putin si estendono ben oltre i confini dell'Ucraina, ponendo una minaccia diretta alla sicurezza alimentare mondiale. Putin ha creato questa crisi alimentare e solo lui può fermarla", scrive Sherman nel suo ultimo tweet 

Le navi bloccate nel Mar Nero caricano in genere riserve alimentari che, raggiunto il Mediterraneo, vengono immesse nel mercato mondiale.  
Dall’inizio della guerra in Ucraina, però, sono molti i vettori che rifiutano di inviare le proprie navi nel Mar Nero, a causa della minaccia rappresentata dalla presenza delle forze russe.
La regione del Mar Nero supporta il 75% delle esportazioni mondiali di olio di girasole, il 30% delle esportazioni di grano e altro. Ma la guerra di Putin impedisce ogni movimento mercantile dall’Ucraina. 
Dice ancora Sherman: «L'incessante bombardamento delle città ucraine e delle infrastrutture chiave è la causa immediata di una delle crisi umanitarie in più rapida crescita mai vista da decenni»

martedì 29 marzo 2022

L’errore di aver sopravvalutato i russi e sottovaluto gli ucraini.

In base alle informazioni di cui erano in possesso, gli Stati Uniti davano per scontata e quasi immediata la vittoria di Putin nell’invasione dell’Ucraina.


 


I funzionari statunitensi erano convinti che Kiev sarebbe caduta entro due giorni. Ne sono passati 30. 

La lentezza dell’avanzata, le perdite subite ogni giorno dalle truppe russe, stanno intaccando questa  visione, eppure, un'ipotesi residua che prima o poi Mosca possa riuscire piegare e schiacciare la resistenza ucraina, ancora permane. Ma, nonostante i russi insistano con le loro brutalità sconfinando persino in crimini di guerra, non riescono ad indebolire la volontà di combattere dell'Ucraina. Dopo più di un mese di guerra, gli invasori stanno perdendo - e non c'è motivo di aspettarsi un improvviso capovolgimento della situazione .
Gli ucraini hanno dimostrato di essere difensori abili e coraggiosi, in grado di gestire  perfettamente le armi fornite dall'Occidente. Resistono al potere aereo russo e logorano gli invasori   indebolendone le linee di rifornimento 


"Gli ucraini usano un drone che fornisce immagini termiche"-scrive un corrispondente di guerra britannico del New Lines Magazine. "Fa così freddo, che i soldati tengono accesi per tutta la notte i motori dei carri armati. Il drone ucraino, che sorvola i boschi nell'oscurità, capta la presenza del calore emesso dagli scarichi attraverso immagini bianco su nero. Ed è così che l’artiglieria Ucraina, guidata dal drone, si muove per colpire  i puntini bianchi, uno ad uno. 


I russi, con il loro sistema di comando eccessivamente centralizzato e la mancanza di sottufficiali esperti, non riescono ad anticipare le tattiche ucraine. 
"I russi non hanno immaginazione", dicono gli americani. 
Pare che l’esercito di Putin non abbia un solo comandante a capo della guerra, in violazione del fondamentale principio militare basato sull’ unità di comando. Le truppe, secondo alcuni gli esperti militari, opererebbero spesso a mire incrociate, sarebbero state distribuite poco e male su un paese più esteso della Francia. 

Dopo aver abbattuto gli invasori, gli ucraini sono ora passati all'offensiva. Contrattacchi intorno a Kiev hanno appena liberato il sobborgo di Irpin e respinto indietro i russi di almeno 20 miglia. Gli invasori hanno un  raggio d’artiglieria che non arriva più al centro della città; le difese aeree ucraine contrastano bombardamenti 
pesanti consentendo alla capitale il ritorno ad un minimo di vita.  
Le forze ucraine hanno anche riconquistato Trostianets, ad est, riaperto la strada per Sumy, una capitale regionale. Stanno inoltre avanzando per alleviare la pressione sulla seconda città del paese, Charkiv. E mentre i russi potrebbero aver preso quel che resta della distrutta Mariupol a sud, il Pentagono controbatte che non hanno più il pieno controllo di Kherson, l'unica capitale regionale catturata nella loro offensiva iniziale.


Perdita di obbiettivi , di risorse, di uomini. Questo sta accadendo agli invasori. La scorsa settimana, a seguito di un attacco missilistico ucraino, la marina russa ha perso una grande nave da sbarco . 
La NATO stima che siano morti dai 7.000 ai 15.000 soldati russi; 30.000 sarebbero stati feriti o fatti prigionieri. 
Il numero delle perdite sovietiche in Ucraina si sta avvicinando a quello raggiunto in 10 anni di guerra in Afghanistan negli anni '80. I caduti includono sette generali e molti altri ufficiali. Circa il 20 per cento dei gruppi tattici del battaglione russo sono ritenuti "inefficaci in combattimento."

La Russia sta lottando per recuperare le perdite di uomini e materiali, ma con difficoltà.
Lo Stato Maggiore ucraino sostiene che molte delle attrezzature militari nei depositi di rifornimenti russi sono inutilizzabili, con motori spogliati di molti pezzi indispensabili. 
Il comandante di un reggimento si è suicidato, dopo aver scoperto che la maggior parte dei suoi carri armati erano irrimediabilmente fuori servizio. 
Il morale tra le forze russe in Ucraina è così basso
che un comandante di brigata è stato investito e ucciso da un carro armato guidato dai suoi stessi uomini, esasperati dalle pesanti perdite subite. 

Questo non è certo il ritratto di un esercito che sta per sconfiggere l'Ucraina. 

I russi potrebbero perciò ridimensionare le proprie ambizioni. Un portavoce del ministero della difesa russo ha affermato che la presa della regione del Donbas orientale sarebbe, in sostanza, l’"obiettivo principale" e che l'attacco a Kiev avrebbe avuto il solo scopo di fermare i rinforzi da est.

Assurda, per gli analisti militari, questa nuova versione dei piani. In realtà, la cattura di Kiev sarebbe stato principale obbiettivo russo. Concentrarsi sul Donbas potrebbe “salvare la faccia” e fornire all’invasore Vladimir Putin la via uscita dal pantano.

L'intera campagna russa in Ucraina è stata un disastro costruito su menzogne  e vagheggiamenti, fallita per incompetenza e malafede.
L’Occidente ha sopravvalutato i russi e sottovaluto gli ucraini.


venerdì 25 marzo 2022

IN UCRAINA LE STESSE TATTICHE DEL MANUALE RUSSO IN SIRIA

Attacchi contro gli obiettivi civili, interi quartieri ridotti in macerie, il bombardamento delle vie di uscita per i  rifugiati: questo era la brutale campagna di #Mosca in #Siria

L'orrore dell'attacco ad un ospedale di maternità nella città ucraina di Mariupol ha disorientato il mondo. Ma non era la prima volta che le bombe russe cadevano sulle donne che davano alla luce un bambino.




Mentre i bombardamenti russi radono al suolo le città ucraine -uccidendo, ferendo e terrorizzando migliaia di civili- si fanno confronti con la seconda guerra mondiale, dimenticando tragedie assai più recenti. Le tattiche, sono le stesse adottate dai  soldati russi durante la guerra civile in Siria, alla quale Mosca ha aderito nel 2015 per sostenere il presidente Bashar al-Assad.


In Siria, la Russia ha aiutato Assad a riprendersi il Paese, finito, in gran parte, nelle mani dei ribelli. Nel contempo, intere città sono state distrutte e, presumibilmente, secondo il monitoraggio civile Airwars, 24.743 civili sono stati uccisi dagli attacchi russi.




Dal sobborgo di Damasco di Ghouta, alla grande realtà culturale ed economica di Aleppo, le bombe russe hanno colpito ospedali, scuole, mercati e decine di persone in coda per un pezzo di pane. E quando la Russia e l'esercito siriano permettevano vie di uscita, queste venivano bombardate a danno dei civili che fuggivano.


Alcuni osservatori predissero che Putin non avrebbe importato in Ucraina la stessa 

tattica messa in atto in Siria,  perché tra ucraini e russi esistono legami stretti, famigliari e di amicizia. Gli abitanti di Mariupol hanno  parenti, amici, compagni di classe ed ex colleghi in Russia, mentre i siriani sono vittime lontane ed anonime.


Sbagliavano. Perché gli obiettivi sono stati gli stessi: ospedali, scuole, mercati, teatri, code per il pane. Le truppe russe hanno permesso fughe e poi attaccato i civili sulle strade.


TAGLIARE LE AREE RIBELLI


Le forze siriane  e russe hanno assediato le città della Siria così come adesso i russi assediano le città dell’Ucraina. Lo scopo è identico: ridurre alla fame i civili e tenerli in ostaggio fino alla sottomissione. 


SIRIA.


L’ esempio più noto è l'assedio di Aleppo del 2016, quando i ribelli siriani sono stati prima tagliati fuori dalle linee di rifornimento e poi schiacciati, strada dopo strada, per più di sei mesi, sotto  bombardamenti indiscriminati





UCRAINA


Stessa cosa sta accadendo a Mariupol, dove le forze russe si avvicinano a quelle  ucraine intrappolandole tra il fronte e il mare. Mentre i combattimenti infuriano, ai civili viene impedito di fuggire, le infrastrutture civili vengono bombardate, e la vita diventa un azzardo quotidiano.


Le forze russe hanno tentato lo stesso approccio sulla capitale, Kiev, e sulla città orientale di Charkiv, ma finora le forze ucraine sono state in grado di mantenere aperte le linee di rifornimento.



INFRASTRUTTURE CIVILI


Sia in Siria che in Ucraina, la Russia ha ridotto a bersagli militari strutture che rappresentano il cuore civile delle comunità; luoghi in cui la gente comune va ad usufruire di cure mediche, istruzione, cibo ed altre primarie necessità.


Prendere deliberatamente di mira i civili è illegale ai sensi del diritto internazionale, ma può anche essere efficace. Diffonde terrore, indebolisce la volontà dei combattenti e distrugge la comunità alla quale ci si affida per un sostegno pratico e morale.


Durante la battaglia di Aleppo, per otto mesi, gli ospedali sono stati ripetutamente colpiti durante i bombardamenti russi. Mentre dall'inizio di questa nuova guerra, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha documentato almeno 43 attacchi all'assistenza sanitaria in Ucraina, con almeno 12 morti. Innumerevoli altri pazienti hanno dovuto interrompere le cure sanitarie, compresi i bambini che, intrappolati a Chernihiv in un reparto di oncologia, sono rimasti anche senza  antidolorifici.



LE SCUOLE


Dal 2015, le forze russe e governative siriane hanno compiuto 204 attacchi nei luoghi frequentati dai civili. Anche le scuole sono state attaccate; in Siria i bambini sono stati uccisi mentre studiavano. 

In Ucraina, a causa delle bombe, le scuole si sono svuotate. Eppure, a Mariupol, un missile ha colpito una scuola d'arte che ospitava 400 persone.

E anche quando non vi siano morti, danneggiando o distruggendo le scuole, si strappa il cuore di una comunità e, quindi, anche il suo futuro. Nella sola Kharkiv orientale, 48 istituti scolastici sono stati distrutti. A livello nazionale, ne sono stati colpiti centinaia.




I SERVIZI


Acqua, gas e forniture elettriche sono stati colpiti in Siria. In Ucraina, una centrale elettrica nell'est è stata attaccata ancora prima che la Russia lanciasse la sua piena invasione, e le forniture di servizi sono state interrotte in tutto il paese.  Condizione devastante nel rigore dell’inverno ucraino.


USO DIFFUSO DI ARMI INDISCRIMINATE 


In Ucraina, le forze russe hanno dispiegato armi indiscriminate prendendo di mira aree residenziali di città e villaggi, riducendo interi insediamenti in macerie.


La più grande devastazione ha avuto luogo nei distretti di Mariupol, con incendi estesi e  bombardamenti. Ma altre città sono state attaccate nello stesso modo, tra cui Volnovakha orientale e Schastia, prese di mira all'inizio della guerra. I residenti dicono che il 90% di Volnavakha è raso al suolo o danneggiato.


Il bilancio delle vittime civili di simili attacchi è alto. I corpi dei morti non possono essere sepolti perché i residenti sopravvissuti devono rimanere al riparo in scantinati ghiacciati, privi di acqua e cibo, con la sola speranza di un'evacuazione ripetutamente delusa.


Ancora una volta gli echi della Siria sono chiari - con video di rovine ucraine che ricordano filmati da Aleppo. 

In Siria, le forze russe avrebbero usato "bombe a vuoto" le stesse che verrebbero impiegate ora in Ucraina. Si tratta di armi termobariche che aspirano ossigeno dall’aria circostante per generare un'esplosione ad alta temperatura. Creano una fortissima onda di pressione che dilania gli organi interni di chi si trova nelle vicinanze. 


La Russia ha anche usato altre armi indiscriminate in entrambi i paesi, come le bombe a grappolo, ordigni che disperdono o rilasciano munizioni più piccole su un'ampia area, aumentando il potenziale numero di vittime e  di danni.


L’uso di bombe a grappolo viene denunciato 567 volte in Siria, con almeno 2.000 civili uccisi. 

Gli stessi ordigni vengono ora ampiamente utilizzati in Ucraina, da Kharkiv nel nord-est a Mykolaiv nel sud.





«Quello che la Russia ha fatto in Siria è indescrivibile; attacchi intensivi che hanno distrutto intere aree. »ha detto Fadel Abdul Ghany, capo della Rete siriana per i diritti umani. 

Nell'assedio del 2018 del sobborgo ribelle di Ghouta «almeno 12 aerei erano impegnati nel bombardamento di una zona civile, con altri 12 che si alzavano per un rapido  cambio»


La Russia ha inoltre usato le sue guerre per sviluppare tattiche e testare nuove armi. Il ministro della difesa russo si vantava di testare più di 300 nuovi tipi di armi in Siria; in Ucraina hanno detto di aver usato per la prima volta un missile ipersonico


Una quarta parte del "playbook" è quella relativa  ai corridoi umanitari. Sia in Siria che in Ucraina, la Russia si è detta pronta ad offrire vie di fuga dalle aree sotto assedio o sotto i bombardamenti intensi, per poi, all'ultimo minuto, negare  la possibilità di un passaggio sicuro per i civili in aree al di là del conflitto.


La vista di autobus in fila per una missione di soccorso, costretti all’attesa sotto un  bombardamento ininterrotto, è diventata familiare in Siria come adesso in Ucraina.


Anche in questo caso, vittima eccellente è Mariupol. Dopo settimane di attacchi e false speranze, decine di migliaia di persone sono fuggite in convogli di auto private creati ad hoc. Chi era sprovvisto di auto è stato costretto a camminare per diverse miglia, o a rimanere nella città in rovina.

I corridoi umanitari non sono riusciti ad assicurare un passaggio sicuro a tutti cittadini ucraini


In Siria, la Russia ha spesso annunciato i corridoi senza coordinarsi con organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite. I corridoi venivano aperti per un tempo troppo breve per essere utili e impraticabili. Spesso portavano i civili in aree sotto il controllo delle forze militari da cui si nascondevano.


Almeno sette volte la Russia e i suoi alleati sono stati accusati, in Siria, di aver ucciso o ferito civili sparando a convogli umanitari, compresi quelli che trasportavano cibo, causando la morte di almeno 44 persone. (dati di Airwars)


L'apertura dei corridoi, inoltre, può anche presagire un attacco intensificato.  La Russia -in particolare- sostiene che dopo aver dato questa possibilità per la partenza, chiunque resti in zona è un "terrorista" e come tale, un legittimo obiettivo militare. 

Un modello, questo, che l’analista siriano Kyle Orton, ha stigmatizzato come «il più infame»sperimentato ad Aleppo.


DISINFORMAZIONE


Un altro marchio di fabbrica del "Manuale della Siria" è la negazione costante e la disinformazione delle vittime civili e dei crimini di guerra. Ad oggi, la Russia non ha ancora ammesso di aver ucciso un solo civile in Siria. Non ha nemmeno alcun meccanismo noto per misurare l'impatto civile delle sue azioni.


Da quando ha invaso l'Ucraina, la sua macchina propagandistica interna ha oltrepassato i limiti, vietando anche di chiamare “guerra”questa ingiustificata l'invasione. Il termine importo dal Cremlino è quello di «operazione speciale.»

Putin sostiene che i suoi soldati stanno combattendo per "denazificare" un paese. Un paradosso se si considera che presidente ucraino è un ebreo.


A livello internazionale, la Russia ha tentato di negare alcune delle sue peggiori atrocità in Ucraina. Nemmeno la donna incinta uccisa a Mariupol è stata lasciata morire con dignità. 

L’ ambasciata russa a Londra ha affermato che le immagini dei suoi ultimi momenti d’agonia erano "finte".




Altra similitudine è quella con gli attacchi nei confronti del gruppo di soccorso civile  Caschi Bianchi, ogggetto delle campagne di disinformazione più aggressive e di successo della Russia. I volontari, che pur hanno guadagnato fama mondiale per le riprese dei salvataggi effettuati sotto i bombardamenti, sono stati accusati di aver finto la carneficina che il 21enne Casco Bianco, Khaleed Khateeb, ha documentato girando tutti i tragici avvenimenti ad Aleppo.


Ebbene, il portavoce capo del ministero della difesa russo, Maj Gen Igor Konashenkov, ha affermato, senza prove, che le forze ucraine stavano progettando di fare "video in scena" di finte morti civili, in campagne "basate sugli schemi utilizzati dai Caschi Bianchi".


Sara Kayyali, ricercatrice siriana presso Human Rights Watch, ha detto che nel corso di diversi anni la campagna in Siria è riuscita a gettare dubbi su qualsiasi accusa di danni civili.



LE ARMI CHIMICHE. 


Un ulteriore passo che la Russia potrebbe fare in Ucraina è quello dell’uso di armi chimiche. In Siria non fu Putin, ma l’alleato Assad a schierarle illegalmente contro i civili. E più volte. 

La Siria ha negato questi attacchi ed ha ribaltato l’accusa nei confronti dei ribelli, ma l'organismo non allineato che sovrintende alle armi chimiche, ha confermato che il regime siriano ha usato agenti chimici, tra cui il gas nervino sarin.



I leader occidentali hanno avvertito che la Russia potrebbe pianificare un attacco simile in Ucraina. Lo Stato russo ha già utilizzato un agente nervino e un veleno radioattivo sul suolo britannico.


La falsa accusa che Mosca rivolge all'Ucraina sul possesso di armi biologiche e chimiche è un "chiaro segno" che un disperato Vladimir Putin sta considerando di farne uso egli stesso, ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Putin ha anche aggiunto una velata minaccia nucleare.,


Il mondo occidentale ha fatto un passo indietro rispetto a queste guerre, decidendo di non intervenire nonostante, in entrambi i casi, i civili siano stati intrappolati, affamati e bombardati. 


venerdì 4 marzo 2022

SEI MODI PER AIUTARE L'UCRAINA A SOPRAVVIVERE ALL'INVASIONE RUSSA.

L'Ucraina ha mostrato notevole determinazione, resilienza e capacità militare nel difendersi contro gli attacchi non provocati e massicci della Russia.
Al contrario, le forze russe hanno agito male, con fallimenti nella pianificazione, nell'esecuzione e nella logistica. Hanno subito perdite di equipaggiamento e di personale maggiori del previsto e si sono impantanati in quella che chiaramente pensavano sarebbe stata una guerra di pochi giorni.

Nonostante i primi successi dell'Ucraina, tuttavia, non vi è alcuna garanzia che questa situazione rimanga così. La Russia sta raggruppando le sue forze e sta portando nuove unità russe (e, forse, bielorusse). Le sta ammassando intorno alle principali città e si sta preparando ad assedi importanti, in particolare della capitale, Kiev. La Russia si sta preparando a usare missili, energia aerea e bombardamenti per tentare di sottomettere la città e le sue difese. Ha già causato oltre 2.000 morti civili, ma i prossimi attacchi provocheranno maggiori disastri.

Il presidente Biden ha tracciato una linea chiara : gli Stati Uniti non si impegneranno in una lotta diretta contro la Russia per aiutare l'Ucraina, ma forniranno ingenti quantità di attrezzature per consentire al Paese di difendersi. L'importo totale impegnato raggiunge ora 1 miliardo di dollari

Ciononostante, l'assistenza militare degli Stati Uniti finora fornita è inadeguata alla portata della sfida che l'Ucraina deve affrontare. Servono più aiuti, forniti molto più rapidamente, per aiutare l'Ucraina a sopravvivere nell'immediatezza della prossima settimana.

SEI IDEE SPECIFICHE DA METTERE IN ATTO ENTRO LE PROSSIME 24 ORE

Garantire un flusso completo di informazioni in tempo reale dell'intelligence USA all'Ucraina sulle capacità, le posizioni e le intenzioni militari russe. I rischi legali che tale condivisione può implicare per gli Stati Uniti quale un belligerante devono essere superati immediatamente, per esempio, incorporando pienamente gli ufficiali ucraini nel nostro trattamento di intelligence in modo che possano riferire direttamente, piuttosto che posizionare gli Stati Uniti come "condivisore."
L'assistenza degli Stati Uniti include già i missili terra-aria Stinger, per la difesa aerea a bassa quota, ma dovrebbe includere anche sistemi per una capacità di media e alta quota. Le forze di terra ucraine possono tenere testa alle forze di terra russe, ma non si deve permettere alla Russia di ottenere la superiorità aerea sull'Ucraina.
Sostenere il trasferimento in Ucraina da parte degli alleati della NATO di velivoli di fabbricazione sovietica MiG-29, con finanziamenti necessari da parte dell'Unione europea. Questi alleati sono disposti a condividere l'equipaggiamento, gli ucraini sanno già come usarlo e hanno disperatamente bisogno della capacità di aria aggiuntiva.

Fornire aerei US A-10 da attacco al suolo in Ucraina come articoli di difesa in eccesso. Grazie ai precedenti programmi di scambio militare, l'Ucraina ha già un piccolo numero di piloti addestrati a pilotare l'A-10. Se sono necessari pezzi di ricambio e manutenzione, utilizzare una parte del finanziamento di 1 miliardo di dollari per consentire all'Ucraina di assumere appaltatori privati, piuttosto che coinvolgere direttamente il personale statunitense.
Lavorare con altri alleati della NATO per stabilire un corridoio sicuro per trasportare in modo sicuro e rapido i rifornimenti militari dal territorio polacco in Ucraina, dove l'esercito ucraino può prenderne possesso. Non ci sono forze russe in quest'area, quindi non vi sarebbero ostilità.
Come azione umanitaria, mettere in atto una no-fly zone per la protezione della popolazione civile contro i bombardamenti aerei russi. La zona di esclusione dovrebbe coprire Kiev e l'Ucraina occidentale - ma non estendersi più a est per evitare di avvicinarsi ai confini russi. La no-fly zone richiederebbe una comunicazione per chiarire che essa serve solo a scopi umanitari, e che nessun aereo o droni degli Stati Uniti o della NATO verrebbero impiegati in ostilità contro le forze di terra russe, tranne che per autodifesa.

La Russia ha già lanciato una guerra di aggressione non provocata contro l'Ucraina. Frustrato dai suoi fallimenti iniziali, Vladimir Putin sta ora per scatenare nuove atrocità sul popolo ucraino. Eppure il popolo ucraino rimane determinato e preparato a combattere per il proprio paese.

Non dobbiamo aspettare che le immagini di altre vittime civili inondino gli schermi televisivi prima di decidere ulteriori azioni. Il popolo ucraino merita un sostegno urgente. Aiutare l'Ucraina a sopravvivere per la prossima settimana darà alle sanzioni più tempo all'intelligence e ai leader aziendali per comprendere i danni che Vladimir Putin sta facendo alla loro patria.

CEPA
Philip Breedlove è il generale in pensione della United States Air Force. È stato comandante supremo alleato della NATO dal 2013 al 2016. Durante i 39 anni di servizio, è stato anche comandante del Comando Europeo degli Stati Uniti; comandante delle Forze Aeree Europee degli Stati Uniti e delle Forze Aeree Africane; vice capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare; assistente capo di Stato Maggiore per le Operazioni Aeree, i Piani e i Requisiti.

L'ambasciatore Kurt Volker è Distinguished Fellow presso il Center for European Policy Analysis. Esperto di politica estera e di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, è stato rappresentante speciale degli Stati Uniti per i negoziati sull'Ucraina dal 2017 al 2019 e ambasciatore degli Stati Uniti presso la NATO dal 2008 al 2009.