giovedì 6 marzo 2025

TRUMP: MINACCE E BLUF MA FIRMARE PER LE TERRE RARE SI PUÒ

 



Sono due i punti su cui poggia la rivoluzione geopolitica di Trump. 

Due punti che, in combinazione, potrebbero portare ad uno dei periodi più violenti della storia umana: la fine dell'ordine basato sulle regole e l’incremento nucleare.

Chi non comprende o deride il principio di  "ordine basato su regole" non capisce  che se si vogliono evitare le guerre ogni singolo Stato deve con gli altri condividere e sottoscrivere volontariamente una serie di regole.

Generazioni di  americani, dalla loro rivoluzione interna in poi, hanno combattuto per i principi per i quali  Zelensky, i suoi soldati e tutti gli ucraini stanno ora rischiando o perdendo la vita. Invece, Donald Trump e JD Vance hanno attaccato Zelensky, lo hanno vessato affinché cedesse la libertà del suo popolo al criminale di guerra che ha invaso l'Ucraina. 



La storia ricorderà questo giorno, quando un presidente e un vicepresidente hanno rigettato e infangato tutto ciò che l’America ha rappresentato nel mondo.

Donald Trump, JD Vance ed Elon Musk hanno mostrato senza filtri il cinismo esistenziale che li caratterizza. 

Ma solo i babbei, o gli strumenti del Cremlino, abbandonerebbero la NATO per schierarsi con la Russia pretendendo la resa dell'Ucraina di fronte alla brutale aggressione di Putin.

E allora, anche l’accordo sulle terre rare proposto da Trump e immediatamente rifiutato da Zelensky perché privo di ulteriori garanzie di sicurezza, è tuttora da scartare o può prevedere un ripensamento?

Secondo alcuni analisti parrebbe di sì. Zelensky, sostengono, può 

firmare senza rischi, anche se non si fida di Trump. Giacché il vorace tycoon non avrebbe davanti a sé i tempi sufficienti per speculare sulla completa realizzazione del progetto. 

LE RAGIONI -

Secondo stime affidabili è possibile che dalla firma dell'accordo alla pianificazione passino almeno 6 mesi, necessari a definire i termini operativi, a creare il fondo congiunto cui si fa cenno nelle bozze di contratto e ad identificare i giacimenti sfruttabili. 

Occorreranno quindi 

altri 18 mesi per 

una valutazione geologica e studi di fattibilità, e se Trump non sarà travolto dai mercati che ha messo in subbuglio a quel punto saremo nel pieno delle "midterm election americane".

Posto che egli superi anche quelle, dovrà assistere alla fase più imponente del progetto: la bonifica del territorio e la costruzione delle infrastrutture, lavori che potrebbero richiedere ancora da 1 a 3 anni.

Inoltre, l'Ucraina invasa è un Paese in guerra, con molte aree contaminate da mine e ordigni inesplosi, specialmente nelle regioni orientali ricche di risorse, come il Donbass. Bisognerà bonificarle oltre a  ricostruire reti stradali, ferrovie e impianti energetici. Il tutto potrebbe richiedere un impegno di altri 2 anni.

E quando i giacimenti saranno finalmente accessibili, la costruzione degli impianti estrattivi richiederà tempi non inferiori ad ulteriori 5 anni. Secondo esperti del settore, come Javier Blas di Bloomberg, avviare una miniera in un contesto stabile richiede in media 7-10 anni; in Ucraina, con le complicazioni della guerra e la mancanza di infrastrutture preesistenti, i lavori  potrebbero beneficiare di qualche accelerazione solo attraverso colossali investimenti ed un cessate il fuoco definitivo. Improbabile che entrambe le esigenze possano essere soddisfatte.  

Insomma, a conti fatti, dalla firma del contratto alla reale estrazione delle materie prime, potrebbero passare tra i 10 e i 12 anni. L’ultimo mandato di Trump sarebbe a quel punto superato, così come il suo tempo biologico: 90 anni son troppi, non gli riuscirà sfruttare le ricchezze del sottosuolo ucraino.

Nessun commento:

Posta un commento

Se volete lasciate un commento...