domenica 23 marzo 2025

IL MASSACRO IN DIRETTA- A GAZA MUORE ANCHE LA NOSTRA UMANITÀ.








 Dopo aver violato l'accordo di cessate il fuoco con Hamas, le forze israeliane hanno bombardato i palestinesi e lanciato invasioni via terra in tutto il territorio.


Nelle ultime 48 ore, 700 civili sono stati uccisi a #Gaza. Un massacro in diretta si sta consumando nel silenzio assordante del mondo, quello arabo e quello occidentale. 

Sono rimasti in pochi ad urlare la propria indignazione. 

Voci nel deserto, come quella di Elena Basile, ex Ambasciatrice d'Italia in Svezia e in Belgio. 

Sulle sue pagine social

scrive:

“L' europa dei valori della democrazia e della libertà non vota il cessate il fuoco, non chiede sanzioni per #Israele. Sgomenti impotenti, assuefatti alla strage.

Vogliono che le nostre parole siano svuotate di senso mentre a Gaza muore l’Europa e la nostra umanità. Dentro di noi il deserto”


Gianrico Carofiglio pone su X una “domanda semplice: quanti bambini devono essere uccisi in un singolo giorno perché si possa usare la parola genocidio”?


L’ultimo aggiornamento sui 534 giorni di guerra a Gaza, (che qualcuno non esita a definire genocidio e pulizia etnica), elenca cifre terrificanti.  

L’ Ufficio stampa governativo

Striscia di Gaza – Palestina, oggi, 

Domenica 23 marzo 2025 comunica che

sono 61.221 i morti e i dispersi; 876 erano bambini con meno di un anno di vita; 52 le morti tra i più piccoli per malnutrizione e fame;

14 per freddo intenso nelle tende degli sfollati. 

Altri massacri riguardano:

-12.365 donne;

-1.394 operatori sanitari;

-105 lavoratori della Protezione Civile 

  • 206 giornalisti 
  • 743 addetti alla sicurezza umanitaria

Sono inoltre:

-113.274 i feriti ricoverati 

-17.000 con necessità  di riabilitazione a lungo termine

  • 4.700 gli amputati (il 18% dei quali  bambini)

-39.384 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori

-12.500 sono i pazienti oncologici a rischio

Restano:

-2.136.026 casi di malattie infettive dovute allo sfollamento;

-71.338 casi di epatite;

-60.000 donne incinte a rischio a causa della mancanza di assistenza medica

e un imprecisato numero di pazienti cronici a rischio per il blocco sui farmaci imposto da Israele. 

-2 milioni gli sfollati

-280.000 le famiglie in attesa di tende, roulotte o case mobili


Sono crollati sotto i bambardamenti:

-221 edifici governativi 

-139 scuole e università

-12.900 gli studenti uccisi

-785.000 gli studenti privati ​​dell'istruzione


Distruzione degli alloggi:

-165.000 le case completamente distrutte

-115.000 quelle gravemente danneggiate e inabitabili


Impatto militare:

-Oltre 100.000 tonnellate di esplosivi sono stati sganciati su Gaza causando la distruzione di:

-34 ospedali

-80 centri sanitari

-162 istituzioni sanitarie 

-138 ambulanze 


Elenco delle infrastrutture culturali e di pubblica utilità distrutte:

-206 siti archeologici e di interesse storico;

-3.700 km di reti elettriche;

-2.105 trasformatori elettrici;

-330.000 metri di reti idriche;

-655.000 metri di reti fognarie;

-2.846.000 metri di strade;

42 strutture sportive e ricreative;

-719 pozzi d'acqua disattivati


Complessivamente:

l’88 % di Gaza è stato distrutto con perdite materiali dirette valutabili in 

41 miliardi di dollari. 

giovedì 6 marzo 2025

TRUMP: MINACCE E BLUF MA FIRMARE PER LE TERRE RARE SI PUÒ

 



Sono due i punti su cui poggia la rivoluzione geopolitica di Trump. 

Due punti che, in combinazione, potrebbero portare ad uno dei periodi più violenti della storia umana: la fine dell'ordine basato sulle regole e l’incremento nucleare.

Chi non comprende o deride il principio di  "ordine basato su regole" non capisce  che se si vogliono evitare le guerre ogni singolo Stato deve con gli altri condividere e sottoscrivere volontariamente una serie di regole.

Generazioni di  americani, dalla loro rivoluzione interna in poi, hanno combattuto per i principi per i quali  Zelensky, i suoi soldati e tutti gli ucraini stanno ora rischiando o perdendo la vita. Invece, Donald Trump e JD Vance hanno attaccato Zelensky, lo hanno vessato affinché cedesse la libertà del suo popolo al criminale di guerra che ha invaso l'Ucraina. 



La storia ricorderà questo giorno, quando un presidente e un vicepresidente hanno rigettato e infangato tutto ciò che l’America ha rappresentato nel mondo.

Donald Trump, JD Vance ed Elon Musk hanno mostrato senza filtri il cinismo esistenziale che li caratterizza. 

Ma solo i babbei, o gli strumenti del Cremlino, abbandonerebbero la NATO per schierarsi con la Russia pretendendo la resa dell'Ucraina di fronte alla brutale aggressione di Putin.

E allora, anche l’accordo sulle terre rare proposto da Trump e immediatamente rifiutato da Zelensky perché privo di ulteriori garanzie di sicurezza, è tuttora da scartare o può prevedere un ripensamento?

Secondo alcuni analisti parrebbe di sì. Zelensky, sostengono, può 

firmare senza rischi, anche se non si fida di Trump. Giacché il vorace tycoon non avrebbe davanti a sé i tempi sufficienti per speculare sulla completa realizzazione del progetto. 

LE RAGIONI -

Secondo stime affidabili è possibile che dalla firma dell'accordo alla pianificazione passino almeno 6 mesi, necessari a definire i termini operativi, a creare il fondo congiunto cui si fa cenno nelle bozze di contratto e ad identificare i giacimenti sfruttabili. 

Occorreranno quindi 

altri 18 mesi per 

una valutazione geologica e studi di fattibilità, e se Trump non sarà travolto dai mercati che ha messo in subbuglio a quel punto saremo nel pieno delle "midterm election americane".

Posto che egli superi anche quelle, dovrà assistere alla fase più imponente del progetto: la bonifica del territorio e la costruzione delle infrastrutture, lavori che potrebbero richiedere ancora da 1 a 3 anni.

Inoltre, l'Ucraina invasa è un Paese in guerra, con molte aree contaminate da mine e ordigni inesplosi, specialmente nelle regioni orientali ricche di risorse, come il Donbass. Bisognerà bonificarle oltre a  ricostruire reti stradali, ferrovie e impianti energetici. Il tutto potrebbe richiedere un impegno di altri 2 anni.

E quando i giacimenti saranno finalmente accessibili, la costruzione degli impianti estrattivi richiederà tempi non inferiori ad ulteriori 5 anni. Secondo esperti del settore, come Javier Blas di Bloomberg, avviare una miniera in un contesto stabile richiede in media 7-10 anni; in Ucraina, con le complicazioni della guerra e la mancanza di infrastrutture preesistenti, i lavori  potrebbero beneficiare di qualche accelerazione solo attraverso colossali investimenti ed un cessate il fuoco definitivo. Improbabile che entrambe le esigenze possano essere soddisfatte.  

Insomma, a conti fatti, dalla firma del contratto alla reale estrazione delle materie prime, potrebbero passare tra i 10 e i 12 anni. L’ultimo mandato di Trump sarebbe a quel punto superato, così come il suo tempo biologico: 90 anni son troppi, non gli riuscirà sfruttare le ricchezze del sottosuolo ucraino.

domenica 2 marzo 2025

LA PROPOSTA FASULLA DI TRUMP. L’ERRORE DI ZELENSKY






 Dopo tre anni di guerra, l’incontro alla Casa Bianca è costato a Zelensky una pressione tremenda. Non sarebbe mai dovuto accadere. Le discussioni tra alleati dovrebbero sempre avvenire in privato, non di fronte alle telecamere dei notiziari televisivi mondiali. 

Quella che avrebbe dovuto essere l’occasione di una foto prima della discussione di fondo è diventato un disastro che ha indebolito l’Ucraina proprio in uno dei suoi momenti più critici.

È difficile ora riproporre un dialogo tra Trump e Zelensky.

Questo avvantaggia la relazione tra Stati Uniti e Russia. Putin dev’essere enormemente soddisfatto mentre osserva la frattura delle relazioni tra America e Ucraina. I cinesi valutano quale  vantaggio potranno trarre dalle inedite relazioni transatlantiche


L'idea che gli Stati Uniti. 

possano in qualche modo allontanare la Russia dalla Cina, ovvero che possano realizzare un "Kissinger al contrario", è diventata sempre più popolare a Washington, ma riflette un fraintendimento fondamentale della natura del potere russo, dei suoi interessi e dei suoi obiettivi. 


Sembra che la politica USA sulla Russia dia priorità alle tattiche a breve termine rispetto alla strategia generale. Può offrire guadagni a breve termine, ma prepara il terreno per un conflitto di trasformazione del sistema più ampio,

che probabilmente si verificherà quando Mosca ricostituirà le sue forze terrestri e l'esercito statunitense verrà trascinato nell'Indo-Pacifico. 

Gli Stati Uniti stanno sostenendo la modernizzazione della difesa dell’India per consentirle una dimensione militare-strategica moderna e propria nel confronto con la Cina.

C’è in ballo, inoltre, una

coproduzione di motori per jet da combattimento e veicoli corazzati con l’obiettivo di rompere la  dipendenza indiana dalle armi russe.


Negli ultimi tre anni,

l'amministrazione Biden  ha sostenuto la lotta dell’Ucraina per la libertà e l’indipendenza, la sua determinazione

contro l’invasione di Putin. 

Ora,  l’improvviso cambiamento della politica statunitense pone di fatto fine all'isolamento della Russia. Qual è il grande disegno? Porre fine alle uccisioni, come ha sottolineato Trump, è giusto, ma occorre stabilire come e chi ne uscirà vittorioso.  Chi comanda a Washington sostiene che l'Ucraina non è vitale per la sicurezza degli Stati Uniti, ma il destino dell'Europa lo è.


Che tipo di mondo si sta delineando? Qual è la nuova mappa geostrategica del futuro? Le democrazie occidentali non poggiano semplicemente su una serie di accordi più o meno vantaggiosi: tali accordi non sono fini a se stessi, devono supportare un disegno strategico più ampio. 


Dopo il disastro dell’incontro alla Casa Bianca, le menti migliori tra repubblicani e democratici, insieme con gli alleati, 

dovrebbero fare piuttosto che parlare.


Il mondo è entrato in un periodo di prolungata instabilità sistemica e i differenziali di potere possono essere valutati solo se considerati in contesti regionali.


In termini semplici e concreti ora la situazione è questa: 

- Trump vuole la “pace” a qualsiasi costo e in fretta, anche a prezzo della totale resa dell’Ucraina. Non ha altre opzioni se non fare pressione su Zelensky, ma non vuole fornire garanzie di sicurezza.

- L’Ucraina vuole la pace, ma con garanzie di sicurezza, perché sa bene che Putin violerebbe

qualsiasi accordo. 

- Putin non ha bisogno della pace, o meglio, non ha fretta di raggiungerla, quindi può semplicemente osservare. 

È probabile che gli ultimi segreti negoziati tra Stati Uniti e Russia non siano stati soddisfacenti, motivo per cui nessuno osa divulgare dichiarazioni.

Dunque: Trump ha capito che una pace rapida non è possibile; Putin non vuole fare concessioni, e l’Ucraina non vuole arrendersi.


sabato 1 marzo 2025

IL BULLISMO VILLANO DI TRUMP/MASK. NECESSARIO DIFENDERSI.


 


Tutti i sostenitori dell'Ucraina hanno cercato di dare tempo alla nuova amministrazione degli Stati Uniti, nonostante il chiaro curriculum pro-Cremlino imposto da Musk ed altri. Ma lo scontro tra Zelensky Vance e Trump ha distrutto quella speranza. Avrebbe potuto essere una messinscena orchestrata  dallo stesso Putin, e forse lo è stata

Non s’era mai visto nulla del genere. Trump e Vance sembravano bambini capricciosi blaterando di accomodamento con Putin. Zelensky ha mantenuto la sua posizione, difeso il suo Paese... e il mondo libero.


Si è trattato di un'imboscata, ma Trump non è affidabile, quindi Vance ha avuto il compito di provocare Zelensky. Il quale potrebbe ignorare gli attacchi personali, ma non permetterà che la sofferenza degli ucraini venga sminuita da gente come Vance, che non aveva motivo di essere lì se non per compiere un sabotaggio.


Nessuna politica degli Stati Uniti nei confronti della Russia o dell’ Ucraina sarebbe mai stata fatta o cambiata in un simile incontro. Era  l'unica conclusione  possibile se a un pagliaccio come Vance è permesso blaterare e far fallire un incontro tra il presidente degli Stati Uniti e il leader di uno Stato che versa sangue per mantenere la propria libertà. 


La terza procedura di impeachment contro Donald Trump potrebbe anche prospettarsi

se qualche repubblicano con la spina dorsale sostenesse ciò che è giusto, non ciò che è facile.


È almeno sperabile che tutto ciò possa essere stato utile ad inculcare la disastrosa verità nella testa dei leader europei, poveri illusi che ancora speravano in un Trump non alleato con la Russia di Putin. Le scuse sono finite. La NATO è finita. La corsa dell'Europa per unirsi davvero al fianco dell'Ucraina inizia ora o sarà troppo tardi.


Zelensky è un leader in tempo di guerra;  vede il suo popolo soffrire e morire sotto gli attacchi russi ogni giorno. Essere bullizzati da Trump e Vance, mentre difendono il dittatore criminale di guerra che commette queste atrocità, è un'agonia inimmaginabile. Una vergogna incancellabile per l'America.