La Sanità pubblica yemenita, già duramente provata da cinque anni di guerra, non sa come porre rimedio alla pandemia di covid-19. A distanza di oltre un mese dal primo caso, ufficialmente riconosciuto il 13 aprile, le Nazioni Unite lanciano l’allarme dichiarando che il sistema sanitario del Paese è “effettivamente collassato”.
Mentre il contagio sta velocemente dilagando su tutto il territorio, gli operatori umanitari continuano a lavorare con la consapevolezza di non poter fare nemmeno l’assolutamente necessario. Jens Laerke, portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), denuncia Il numero troppo basso di test, la carenza di dispositivi di protezione e di materiale medico. Il personale impegnato sul campo si dice costretto a mandare via le persone che non può curare.
In due settimane, dal 30 aprile al 17 maggio, Medici Senza Frontiere ha denunciato 68 decessi avvenuti nel proprio centro di Aden, l’unico dedicato ai malati del nuovo coronavirus in tutto il sud del Paese.
Ammonta a due miliardi di dollari la cifra stimata dalle Nazioni Unite per permettere ai programmi umanitari di continuare a operare. La popolazione yemenita, massacrata dalla guerra, è più esposta di altre al virus, anche a causa della diffusa malnutrizione che abbassa le difese immunitarie.
Una conferenza di raccolta fondi promossa dall’Onu si è svolta il 2 giugno in Arabia Saudita. Senza fondi, i programmi che possono salvare gli yemeniti e che sono fondamentali per la lotta al Covid-19, non potrebbero essere portati a termine
Nello Yemen, i casi di Covid-19 ufficialmente registrati a fine maggio erano 184 ; trenta i morti. Conteggio fortemente sottostimato a causa di una guerra civile scatenata dalla presenza dei ribelli sciiti, vicini all’Iran, che dal 2015 controllano la capitale San’a.
L’Arabia Saudita in modo diretto, e l’Iran in modo indiretto, giocano dunque un ruolo determinante in questa drammatica situazione
L’assedio da parte di nove paesi arabi sunniti, sostenuti dagli Stati Uniti, sta provocando ai civili indicibili sofferenze.
Il blocco all’arrivo di qualsiasi rifornimento e medicinale ha ridotto alla fame circa 7 milioni di yemeniti e causato un’epidemia di colera che soltanto negli ultimi tre mesi del 2017 ha provocato 2.000 morti.
La situazione dello Yemen assomiglia sempre di più a quella della Siria: un territorio diviso, dove esistono anche zone controllate dall’Isis e da Al-Qa’ida
Un flagello che da anni si consuma sotto gli occhi di tutti , ma nel silenzio generale dell’Occidente e delle Nazioni Unite. Si è parlato della guerra nello Yemen soltanto dopo l’attacco dei droni ad alcuni pozzi sauditi: l’impennata dei prezzi del petrolio, come conseguenza dell’azione, ha scosso per un po’ l’opinione pubblica.
Per lo Yemen, lo stato più povero del Medio Oriente, l’ attacco ai pozzi ha provocato un’ escalation bellica tutta, ancora e sempre, a danno della popolazione civile esausta.
D. Bart
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