Città storiche e splendenti come Aleppo e Palmira sono parzialmente ridotte in pezzi, e così del gran parte del paese.
In tutta la Siria, gli edifici sono in rovina. Milioni di persone sono fuggite dalle proprie case. I siti storici sono stati distrutti, sia dai bombardamenti militari sia dalle mosse barbariche dello Stato islamico. E la guerra civile è ancora in corso.
Nonostante tutto i funzionari del ministero del turismo hanno partecipato sabato scorso alla fiera internazionale del turismo di Fitur a Madrid, nella speranza di attirare visitatori nel paese.
Un messaggio rivolto allo straniero un po' speciale, capace di vedere oltre la distruzione.
Ora che governo ha riconquistato in parte il controllo del territorio finito nelle mani dei ribelli,
il paese vive finalmente un minimo di stabilità, ma il rilancio del turismo sembra al momento un pericolosissimo azzardo. Ignorare quanto sia verosimile la ricaduta nella guerra che ha raso al suolo gran parte del paese è un errore paradossale.
Prima del conflitto, iniziato nel 2011, la Siria era un paese tra i più interessanti dal punto di vista turistico: dalla cittadella di Aleppo alle rovine dell'era romana di Palmyra il settore dei viaggi rappresentava una parte importante della sua economia. La guerra, peraltro ancora in corso, ha gravemente danneggiato se non interamente distrutto questi tesori di inestimale importanza e bellezza. L'insicurezza diffusa durante tutto il conflitto ha indotto la maggior parte dei governi a sconsigliare ai propri cittadini i viaggi in Siria.
Ma Bassam Barsik, direttore del marketing presso il Ministero del turismo siriano, ha rilasciato all'agenzia di stampa Agence France-Presse di Madrid una dichiarazione inequivocabile :
"Quest'anno è il momento di ricostruire la Siria e la nostra economia".
Barsik ha detto che l'anno scorso 1,3 milioni di stranieri hanno viaggiato in Siria. Sorvolando però sul fatto che tale cifra include anche viaggiatori giunti dal vicino Libano solo per un giorno.
Nel 2018, i funzionari siriani contano comunque di portare il numero di visitatori a due milioni.
Il governo siriano aveva già tentato un'operazione simile, seguita da aspre critiche. Accadde nel 2016 quando, attraverso il canale ufficiale di YouTube, aveva pubblicato un video con lo slogan "Siria sempre bella", promuovendo così il turismo nel paese. Il filmato mostrava ampie vedute della costa e nuotatori che si tuffavano in mare. Si trattava in realtà di persone costrette dagli uomini del regime al ruolo di bagnanti.
Nel frattempo i militari combattevano per la riconquista di Aleppo, e l'intero Paese, prostrato dal dolore, versava sangue.
D.Bart.
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