"Arrendersi o morire": l'alternativa che le forze irachene hanno offerto ai jihadisti annunciava, terrificante, l'offensiva scattata nella notte per la riconquista di Tal Afar, una delle ultime città del paese ancora nelle mani dello Stato islamico.
Per consentire l'operazione di terra,aerei militari iracheni hanno bombardato le posizioni dei jihasisti in città per diversi giorni. La popolazione civile era avvertita con i volantini.
"IL MONDO INTERO È CON VOI": così il primo ministro Haider al-Abadi ha incitato le truppe al combattimento che promette una vittoria senza sconti.
“Sto dicendo a Daesh che non c’è altra scelta se non arrendersi o morire”, ha detto il presidente Abadi quando, vestito in uniforme militare nera, in piedi davanti a una bandiera irachena e ad una mappa del paese, ha annunciato “l’inizio dell’operazione per liberare Tal Afar”.
L’operazione sarà supportata dalle truppe americane.
“La coalizione è forte e pienamente impegnata a sostenere i nostri partner iracheni finché l’Isis non sarà sconfitto e il popolo iracheno non tornerà libero”, ha dichiarato il generale statunitense Stephen Townsend aprendo l'operazione.
L'offensiva di Tal Afar segue a stretto giro la riconquista di Mosul, la principale roccaforte dell’Isis, avvenuta lo scorso nel mese di luglio.
Tal Afar, che ha una popolazione prevalentemente sciita, era caduta nelle mani dell’Isis nel 2014. È situata sulla strada tra Mosul e il confine siriano, quindi via strategica di approvvigionamento per il gruppo jihadista.
I calcoli della coalizione anti-Isis circa il numero di persone attualmente presenti all'interno di Tal Afar o nelle sue immediate vicinanze sono assai approssimativi: dai 50mila ai 100mila civili.
Oltre a Tal Afar, l’Isis controlla ancora le terre tra Ana e Al-Qaim nella valle dell' Eufrate, e tutto il territorio intorno a Hawija.
D.Bart.
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