Dopo la strage provocata dall'uso di armi chimiche ad Iblid, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di sferrare un attacco militare contro Bashar al-Assad.
Il Presidente della Siria è infatti accusato di aver usato i gas tossici che nei giorni scorsi hanno provocato la morte per soffocamento di numerosi civili. Si parla attualmente di 86 morti tra i quali 30 bambini e 20 donne. Il bilancio, però, è destinato ad aumentare perché i feriti sono centinaia, alcuni dei quali in gravi condizioni. La zona colpita è situata in una provincia controllata per intero da gruppi armati anti Assad e dove è molto forte la presenza di Hayat Tahrir al Sham, una fazione considerata l’erede di Jabhat al Nusra, divisione siriana di al Qaida.
Le versioni sull'accaduto sono diverse, variamente sostenute dal governo siriano, dalla Russia o da cronisti internazionali. Secondo alcuni, l'esercito siriano avrebbe bombardato un deposito di armi in dotazione ai ribelli, facendo esplodere delle armi chimiche. Secondo altri, lo stesso Assad sarebbe responsabile diretto del massacro.
Quindi il dilemma:armi chimiche usate da Assad, oppure armi chimiche dei ribelli esplose durante un raid del governo siriano?
Trump, dichiaratamente e oggettivamente decisionista, detto dilemma lo ha risolto con un bombardamento "una tantum".
Navi americane di stanza nel Mediterraneo hanno lanciato 59 missili 'Tomahawk' contro la base militare siriana di Shayrat.
La tv di Stato siriana parla di "aggressione" Usa e di "perdite" mentre il Pentagono di "risposta proporzionata". Le vittime dell'attacco americano sarebbero 5: tre soldati e due civili. Lo ha detto Talal Barazi, il governatore della provincia di Homs, aggiungendo che altre 7 persone sono rimaste ferite.
"Nessun bimbo deve soffrire in quel modo, i paesi civilizzati mettano fine al massacro" ha detto il presidente americano, secondo il quale i raid missilistici sono nel "vitale interesse della sicurezza nazionale".
Sull'esempio di altre grandi raffinate "teste", Trump ha deciso così di esportare un po' di democrazia. Con i missili, ovviamente. Perché quei bambini "tanto belli", che il presidente non vuole in casa sua, conviene bombardare a casa loro.
La logica dei folli fa mai una grinza, è perfetta.
Israele: noi al fianco di Trump.
"Israele supporta pienamente la decisone del presidente Trump", afferma un comunicato dell'ufficio del premier Benjamin Netanyahu.
Diversa, ovviamente, la posizione di Mosca che parla di "azioni sconsiderate"
- Il Comitato di Difesa della Duma di Stato russa afferma che l'attacco missilistico degli Stati Uniti contro la Siria potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, e portare, inoltre, ad un ampliamento dei conflitti armati in Medio Oriente. "Queste sono azioni irresponsabili, sconsiderate", dice una nota diffusa da Mosca, che chiede con urgenza che si riunisca il Consiglio di sicurezza dell'Onu.
D.Bart.
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