La città siriana, famosa, nota e amata in tutto il mondo per le sue antiche rovine romane era caduta nelle mani DELL'ISIS nel maggio del 2015. Ora che Palmira è tornata ad essere ufficialmente libera,
il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con il presidente siriano Bashar al-Assad. Lo ha reso noto un portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di una intervista rilasciata all'agenzia di stampa TASS.
"In una conversazione telefonica con il presidente siriano, Vladimir Putin si è congratulato con il suo omologo sulla riconquistata città di Palmira, e ha rilevato l'importanza di preservare questo sito storico unico per la cultura mondiale".
Ha anche detto che il recupero di Palmyra - che si trova a 249 km nell'entroterra dalla capitale Damasco- "sarebbe stato impossibile senza il sostegno della Russia."
Le forze governative siriane sono state infatti più che supportate dal pesante supporto aereo russo, che ha inflitto il "colpo mortale" ai terroristi, neutralizzando così anche la potenza della dinamite innescata contro gli antichi templi di Palmyra.
La perdita del sito archeologico rappresenta una sconfitta bruciante, una battuta d'arresto catastrofica per il gruppo estremista, che solo nello scorso anno era riuscito ad estendere il califfato ad ampie fasce di Siria e Iraq.
La Russia continuerà a sostenere Damasco nella lotta contro i terroristi. Putin, ne ha anche parlato con il direttore generale dell'UNESCO, Irina Bokova, dicendosi costernato per il danneggiamento degli antichi monumenti avvenuto durante l'occupazione dello Stato islamico.
"Palmyra è stata demolita più di una volta nel corso dei secoli ... noi ricostruieremo questo tesoro, patrimonio culturale del mondo", ha promesso il presidente russo.
All'inizio di marzo, Putin ha ritirato gran parte del contingente militare russo in Siria, dicendo che il Cremlino aveva ormai raggiunto la maggior parte dei suoi obiettivi. Tuttavia, ha assicurato che la Russia è pronta a raggiungere -e in poche ore - il territorio siriano. Per riprendere i bombardamenti, qualora nuovi gruppi terroristici tentassero nuovamente di invadere il territorio di Assad. Sulla morte dei civili sacrificati, si minimizza. È la guerra!
D.Bart
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