venerdì 12 febbraio 2016

L'IMPRESCINDIBILE DIRITTO ALLA PROPRIA LEGITTIMA DIFESA




Aggressione ingiusta e Reazione legittima. 
Sono queste le uniche condizioni che, davanti alla Legge italiana in vigore, possono giustificare l'uso della forza da parte di un privato cittadino sotto attacco. Il ricorso, cioè, alla legittima difesa; sperando che il significato di aggressione contempli i sinonimi di:rapina, scippo, violenze e sevizie fisiche, etc,etc,etc. 

La prima- aggressione ingiusta -deve essere rivendicata tempestivamente, al momento, quando l'offesa è in atto. Perché se ci pensi un attimo, sprechi secondi urlando di terrore e quindi l'assalitore in corsa sta già svoltando l'angolo, sei fregato! In tal caso, secondo le indicazioni della Suprema Corte, la reazione tardiva lede, profana, di fatto annulla il tuo diritto alla legittima difesa.

La seconda - reazione legittima - pone anch'essa determinate condizioni. Deve, ad esempio, "sussistere l'impossibilità di scegliere tra più soluzioni (....)”. Perciò: se hai a portata un martello, vai di martello; se un macete, vai di macete; e così via per coltello, bastone, badile, piuma d'oca. Occhio alla pistola! Quella ammazza nove volte su dieci, e al legislatore ipocrita non piace che tu infranga il quinto Comandamento. Tanto, mica è sua la pelle!
Ed è perciò che la questione di diritto (questio iuris) più spinosa resta la valutazione della proporzione tra difesa ed offesa. 

La Reazione deve essere necessaria! E chi decide quando e quanto sia necessario difendersi? La ragione mi suggerisce che debba essere il soggetto in pericolo a farlo. In pochi attimi, peraltro, tanto che il gesto non risponderebbe propriamente ad una decisione, che prevede ragionamento, bensì ad un istinto innato di conservazione. Invece no, il livello di necessità della reazione lo decide il Giudice. Tanto, mica c'era lui a pisciarsi addosso dalla fifa. Mica erano i suoi figli, o sua moglie, o suo fratello a rischiare un massacro. Per non toccar nemmeno l'argomento della difesa dei beni materiali, che pure sarebbe legittima. 
E, ovviamente, non peroriamo la causa di colui che invoca la legittima difesa perché ha sparato un colpo di fucile contro l'individuo che si sta impossessando della sua autovettura, colpendolo mortalmente alle spalle.

Ma l'incolumità della persona è inviolabile, e non solo a parole! Su quella non si deve discutere: non dovrebbe farlo il giudice, non dovrebbe il legislatore! Negli ultimi casi di cronaca, invece, abbiamo visto mettere in dubbio le ragioni di chi ha sparato, uccidendo il proprio aggressore. Perché aggressore, non altro, è colui che si introduce di notte nella tua proprietà scavalcando un cancello. O colui che entra nel tuo negozio minacciandoti di morte! Tu sai già che ha una pistola nascosta? No, ma potrebbe. E allora che fai quando sei in preda al panico, prima di sparare glielo chiedi? Oppure, se ha un'arma già puntata contro di te, pensi al giudice e non reagisci altrimenti ti toccherà una punizione?
E non temano quei giuristi che profetizzano il ritorno al far west e l'abbandono della nostra civiltà giuridica. Io sostengo, invece, chi vuole riconoscere “ad ogni cittadino il diritto naturale all’autodifesa, restituendogli la sovranità almeno nel proprio domicilio”. ...“Sottraendo così al giudice la possibilità di fungere da bilanciatore del caso concreto” 
La discrezionalità del giudice, in caso di difesa personale, non solo dovrebbe essere limitata, ma cancellata. Che il potere giudiziario abdichi pure. Ce ne faremo, finalmente, una buona ragione!
D:Bart.




2 commenti:

  1. Ragionamento inoppugnabile. Però io la pistola non ce l'ho e, come me, la maggioranza degli italiani . Ora non voglio colpevolizzare chi sente di dover avere un'arma per difendersi, ma mi sento di dire che se si concede un'arma per oggettiva necessità di difesa non si possa prescindere dall'accertamento delle piene facoltà mentali del soggetto e si debba pretendere un buon grado di addestramento all'uso dell'arma stessa. Considerando poi che esistono strumenti di difesa non mortali, una sana e drastica riduzione delle armi da fuooco in circolazione sarebbe auspicabile.
    Enrico B.

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  2. Il problema non è tanto avere una pistola o meno, ma la reazione in se. Anche un ombrello, una forchetta possono diventare armi letali.
    Per non parlare di coltelli. C'è chi può essere letale anche a mani nude.
    Quindi, se io reagisco e sparo uccidendo, stante l'interpretazione della legge vigente, divento reo. Quantomeno reo di abuso della legittima difesa. Se invece ammazzo a mani nude, con una forchettata alla giugulare? Mi pare, il risultato, sia il medesimo.
    Sarebbe bene che il legislatore ponesse delle grandi modifiche alla legittima difesa.
    E non sarebbero nemmeno difficili da perpetrare.
    Se uno mette a rischio la mia vita, vuole appropriarsi di miei beni custoditi in mie proprietà, se gli arriva una vanga in testa che lo spacca in due, se lo è cercato.
    Nessuno gli ha ordinato di aggredire a scopi deliquenziali qualcun altro. Quindi, dovrebbero sapere che, nel caso della perpetrazione di un delitto, chi lo subisce ha la facoltà di difendersi nei modi e SOPRATTUTTO nei tempi dovuti.
    Se uno mi accoltella e ruba il portafoglio, e poi si gira per scappare e io ho un lanciarazzi per farlo saltare in aria nel taschino... anche se lo prendo di schiena, deve essere comunque e sempre leggittima difesa, e difesa dei propri beni.
    La vita umana va rispettata, ma se uno non la rispetta, sia il primo a pagarne le conseguenze.
    E' che ormai la nostra società, talmente evoluta, ha perso il significato di giustizia, sostituendolo con il buonismo del "recupero sociale", del nessuno tocchi Caino. E ci siamo trasformati in pecore che fan accomodare il lupo a tavola, essendo pure consci che la portata servita siamo noi.

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