giovedì 27 novembre 2025

Haaretz.: OSTAGGI LEGATI E TORTURATI




L'esercito israeliano tortura gli ostaggi e i rapiti palestinesi versando loro addosso acqua bollente mentre sono legati e bendati, oltre a percosse, attacchi di cani e aggressioni sessuali.


Almeno 94 ostaggi palestinesi sono stati uccisi sotto tortura dal 7 ottobre 2023.


Circa 9.000 ostaggi e rapiti palestinesi sono tenuti in condizioni insopportabili e infernali, senza che nessuno senta la loro sofferenza.


Fonte: @tamerqdh - Haaretz.



domenica 23 novembre 2025

UCRAINA: IL PIANO DI PACE DI TRUMP È UN BENESTARE ALL'INVASIONE DI PUTIN




Donald ha passato il limite e lo ha fatto con una delle dichiarazioni più inverosimili, ingiuste e farabutte di sempre presentando il suo cosiddetto "Piano di pace" tra Russia e Ucraina: “Penso che l'Ucraina dovrebbe affrettarsi ad accettare il piano di pace, quest'inverno sarà freddo. Zelensky dovrà approvare il piano americano.  Se non gli piace, può continuare a combattere. Se non lo accetta, il sostegno degli Stati Uniti verrà negato. Penso che la pace tra Ucraina e Russia arriverà presto". 

Trump sta forse ricattando l'Ucraina con la minaccia di un impietoso inverno? Sembrerebbe proprio di sì, dal momento che questa, più che una proposta di pace, parrebbe  una dichiarazione di guerra dell'amministrazione Trump all'Ucraina. 
L'Europa non dovrebbe permettere queste minacce mascherate da Piano di pace. 
Il piano prevede la cessione alla Russia
dell'intero territorio del Donbas (Donetsk e Luhansk), comprese le parti non ancora conquistate. La Crimea verrebbe riconosciuta russa nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia con il nuovo confine collocato sull'attuale linea del fronte. La Russia otterrebbe anche l'eliminazione graduale di tutte le sanzioni economiche approvate in questi anni, rientrerebbe nei circuiti economici e tornerebbe ad essere invitata agli incontri del G8. Il piano prevede inoltre una serie di future collaborazioni economiche tra USA e Russia che  diverrebbero partener nell'ambito delle intelligenze artificiali e dei cosiddetti metalli rari, con progetti condivisi di estrazioni nell 'Artico



Zelenskyj ha commentato:" Stiamo affrontando uno dei periodi più pericolosi della storia ucraina, una scelta tra perdere la nostra dignità e libertà e perdere il sostegno degli Stati Uniti. Scegliamo la dignità. La mia risposta è il mio giuramento. Non ho tradito l'Ucraina nel febbraio 2022 e non la tradirò nemmeno adesso"

Trump minaccia e ricatta letteralmente il popolo ucraino.  La sua presidenza  sarà una vergogna per l'America.

Perché, é proprio dall'America che arrivano le prime  reazioni:"Questo é un pessimo accordo, é un regalo a Putin ed é chiaramente ciò che l'aggressore vuole. Chiede all' Ucraina di fare enormi concessioni senza migliorare  la sua sicurezza, quella dei nostri alleati o di noi americani." é stato il drastico commento del  Senatore del'Arizona Mark Kelly
 
La condanna pressoché unanime si scatena sui social, con forza, e senza scuse.
"Vaffanculo, idiota-scrive un veterano- . Sei una vergogna per gli Stati Uniti. Sei una vergogna per mio padre e i miei zii che hanno combatguto nella Seconda Guerra Mondiale per salvare il mondo dall’autocrazia."

Nessun Paese dovrebbe mai più fidarsi degli Stati Uniti. Mai più, insiste qualcuno. Non c'è coerenza nella logica statunitense perché é corrotta." Qui un qualunque schifoso può diventare presidente"

domenica 16 novembre 2025

TRUMP CONTRO TUTTI PUR DI NON PUBBLICARE I FILE EPSTEIN

 


Tutto. È pronto a tutto, Donald Trump, pur di evitare la pubblicazione dei file Epstein. Ha persino scaricato una delle sue più importanti, potenti, e fedeli sostenitrici. Marjorie Taylor Greene, politica e imprenditrice, membro repubblicano della Camera dei rappresentanti per lo Stato della Georgia dal 2021, nonché esponente di punta del movimento Maga (Make America Great Again).
 

Trump sentenzia:” Ritiro il mio sostegno alla deputata Marjoire Taylor Greene del grande Stato della Georgia poiché nelle ultime settimane tutto ciò che vedo fare a Marjoire la “matta” è lamentarsi. lamentarsi, lamentarsi”.

Motivo dello sfogo? Donald Trump sta lottando con le unghie e con i denti per impedire la pubblicazione dei documenti su Epstein.

Se la prende con Marjorie perché la deputata, in questa decisione, non lo sostiene affatto. Ma, alla fine, Trump se la prende un po’ con tutti.

Al punto che da più parti si dice sia arrivato il tempo che l'America gli si rivolti contro.

Come ha appena fatto lei, Marjorie, con una replica su X che lascia senza fiato:

“Il presidente Trump mi ha appena attaccato e ha mentito su di me. Non l'ho chiamato affatto, ma ho inviato” alcuni messaggi. “A quanto pare è questo che lo ha mandato oltre il limite. I fascicoli di Epstein.

E naturalmente mi sta dando la caccia con tutte le sue forze per fare da esempio e spaventare tutti gli altri repubblicani prima del voto della prossima settimana per la pubblicazione dei documenti. È davvero sorprendente quanto duramente stia lottando per impedire che vengano resi pubblici i documenti su Epstein e il fatto che sia arrivato a questo livello. 

Ma in realtà la maggior parte degli americani vorrebbe che combattesse così duramente per aiutare gli uomini e le donne dimenticati d’America che sono stufi delle guerre straniere e delle cause straniere, stanno andando in rovina cercando di nutrire le loro famiglie e stanno perdendo la speranza di realizzare mai il sogno americano.

Questo è ciò per cui ho votato.

Ho sostenuto il presidente Trump con troppo del mio prezioso tempo, con troppi soldi miei e ho lottato più duramente per lui, anche quando quasi tutti gli altri repubblicani gli hanno voltato le spalle e lo hanno denunciato.

Ma non adoro né servo Donald Trump.

Adoro Dio, Gesù è il mio salvatore e servo il mio distretto GA14 e il popolo americano. 

Rimango lo stesso oggi come lo sono sempre stato e continuerò a pregare che questa amministrazione abbia successo perché il popolo americano merita disperatamente ciò per cui ha votato.

Per me, rimango America First e America Only!!”


Cara Marjorie, i sostenitori di Trump come te hanno votato per un’illusione, 

un mito, che non è mai stato quello che affermava di essere. Non è che Trump sia cambiato. Il fatto è che la maschera è caduta e ciò che nascondeva ora è esposto, noto all’intero mondo. E bastava davvero poca acutezza per vedere ciò che in tanti avevano già chiaramente visto nel 2016.

mercoledì 12 novembre 2025

SAFARI UMANI A SARAJEVO: FUOCO A PAGAMENTO SUI CIVILI A PAGAMENTO

 

La Procura di Milano indaga sui cosiddetti "safari della morte", presunti viaggi intrapresi da italiani per uccidere i civili durante l'assedio di Sarajevo. 

Nel mirino degli inquirenti vi sarebbero diversi milionari di estrema destra che avrebbero  pagato la parte serbo-bosniaca per poter partecipare alle sparatorie contro i civili durante l'assedio di Sarajevo.


Cittadini comuni, vicini a circoli di estrema destra e appassionati di armi, che usufruivano del servizio come un safari umano.  Secondo la denuncia, partivano in volo da Trieste a Belgrado con la compagnia serba Aviogenex, che all'epoca operava dall'aeroporto italiano. Dalle informazioni trapelate, si parla di un imprenditore milanese proprietario di una clinica estetica privata, e altri cittadini di Torino e Trieste.


Orribile se fosse vero :  “safari umani, viaggi di guerra retribuiti per sparare ai cittadini in transito lungo percorsi a rischio.

La denuncia che parte dallo scrittore Ezio Gavazzeni, 

riguarda italiani soliti recarsi in Bosnia al puro scopo di  trasformarsi in cecchini del fine settimana.


L’inchiesta della Procura di Milano parte dal caso raccapricciante della famigerata via dei cecchini. Il luogo tragico è Sarajevo, città assediata dal 1992 al 1996 dalle milizie serbo-bosniache durante la guerra in Bosnia. Dalle colline, soldati o improvvisati tali, sparavano ai passanti che non avevano altra possibilità se non passare per quella strada: esporsi loro malgrado, con l’alta  probabilità si essere abbattuti. Non c’era altra scelta. Secondo valutazioni di quegli anni, più di 11.000 civili sarebbero stati così barbaramente soppressi  per mano dei cecchini. 

L’indagine, verte sul presunto reato di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà e dei motivi abbietti. Secondo la tesi accusatoria, alcuni italiani erano soliti trascorre il fine settimana a Sarajevo per il

solo piacere di poter uccidere, a pagamento, civili che cercavano una strada sicura verso la salvezza. 


La denuncia, documentata in 17 pagine, resa nota dallo scrittore- giornalista Ezio Gavazzeni, sostenuto dall’ex magistrato Guido Salvini e dall'ex sindaco di Sarajevo Benjamina Karic, ha raccolto informazioni su racconti di cui si parla da anni e che si è concretizzata nel 2023 in “Sarajevo Safari”, un documentario dello sloveno Miran Zupanic. Questo film, raccoglieva testimonianze e dava indizi sulla possibilità che i milionari stranieri pagassero per viaggiare nella città bosniaca per poter sparare loro stessi a degli esseri umani.


La procura bosniaca aveva già archiviato un'indagine per la difficoltà di indagare sul caso, in un paese ancora molto diviso e lacerato dalla guerra.

Per i tribunali locali si tratterebbe “una leggenda metropolitana".

 "Parliamo di gente con soldi, con reputazione, uomini d'affari, che durante l'assedio di Sarajevo pagavano per poter uccidere civili disarmati. Uscivano da Trieste per una caccia all'uomo e poi tornavano e continuavano con la loro vita di sempre, rispettabile agli occhi di tutti"? 




giovedì 6 novembre 2025

MAMDANI VINCE A NEW YORK. TRUMP SOTTO SHOCK.






 Zohran Mamdani vince le elezioni e diventa il primo sindaco musulmano di New York.

Dopo la sua vittoria, Israele sta valutando se chiudere il consolato di New York City. Ma per chi lo ha votato, Mamdani è solo l'inizio di un movimento che si definisce: "Noi, il popolo".

Perché in America si rafforza la convinzione che la maggior parte dei politici non rappresenti più nessuno, se non se stessa. 

Le persone, oggi, votano coloro dai quali si sentono effettivamente rappresentati, scelgono chi sostiene i diritti umani e il diritto internazionale.


Nella vita di un giornalista arriva quasi sempre il momento in cui egli si rende conto che non c'è niente di più potente o di importante se non vivere la storia.

Ed essere o meno a favore di Zohran Mamdani conta poco rispetto al fatto di aver assistito ad  un momento storico. 

Nel discorso finale della sua campagna elettorale,  alla vigilia del voto, si potevano udire, sommessi, echi dell'orazione di Enrico V per il giorno di San Crispino:

“Noi pochi, noi pochi felici, noi banda di fratelli”

L'orazione è un celebre monologo tratto dall'opera teatrale di William Shakespeare in cui il re incoraggia i suoi soldati prima della battaglia di Agincourt. Il discorso si concentra sulla fratellanza che nascerà dalla condivisione del pericolo, celebrando l'idea che i soldati "pochi e felici", diventeranno eroi di cui si ricorderà il coraggio per sempre. Meno numerosi saranno, maggiore sarà la loro quota d'onore: ogni sopravvissuto sarà ricordato per le sue cicatrici e la sua nobile condizione, mentre chi è rimasto a casa si pentirà di non aver combattuto. 


La storia, in realtà, non chiede il permesso per progredire o mutare. 

New York sta scrivendo nuovi capitoli che sarebbero apparsi impensabili solo pochi decenni fa.

Per alcuni, questa vittoria è la prova che il futuro può ancora sorprenderci.

Per altri, è la dimostrazione che i cambiamenti di potere non sono mai teorici: si manifestano nei titoli dei giornali, nei volti e nella realtà vissuta, nella certezza che lo status quo  è sempre in gioco.

Il cambiamento raramente sembra facile quando ci si è dentro. Ma continua ad arrivare, con o senza l’ approvazione di tutti. 


Questo è un giorno importante per New York City, ma al di là del titolo epocale, la vera prova  inizia ora. Ciò che conta è che egli sia un leader efficace, che adotti politiche coraggiose e offra un vero servizio al suo popolo.

Il simbolismo è potente, ma saranno i risultati a definirne l'eredità, affinché il nome Mamdani entri nella Storia.


“Saremo al fianco dei sindacati contro gli imprenditori immobiliari come Trump”, ha detto. Sfidando ancora chi lo accusa di essere uno sfrontato populista.



I COMMENTI SOCIAL:

“Congratulazioni a tutti i musulmani, americani, ebrei, latini, africani, cinesi, russi, giapponesi e il resto del mondo per la democrazia a New York City”.


“La lezione è semplice. Risultati come questi continueranno ad arrivare quando si investirà tempo ed energie nella difesa di Israele, anziché concentrarsi sugli elettori americani.”


TRUMP È SOTTO SHOCK. 


Il suo 39% di approvazione, il più basso dal 2021, rispecchia la chiusura di 34 giorni che ha lasciato senza lavoro 1,4 milioni di lavoratori. Ed ecco il commento di Trump sulla chiusura del governo: "In realtà non credo che ci sarà nulla di male. Ora siamo così forti che sono sicuro non ci sarà nulla di male. Ma sarebbe bene riaprire". Eppure i repubblicani permettono questa farsa: tagliare i sussidi statali per 45 milioni di dollari mentre coniano monete da 1 dollaro. Il sostegno alle zone rurali è crollato del 12% da agosto, con il 52% che li incolpa della crisi. Persino i senatori repubblicani ora denunciano l'ostruzionismo della loro amministrazione: gli incendiari si lamentano del fumo.

YouTube e Google stanno cedendo alle richieste dell'amministrazione Trump di rimuovere dalla piattaforma video e documentari anti-israeliani.

Secondo The Intercept, sono stati rimossi più di 700 video che documentano i crimini di guerra israeliani.

Google ha confermato che i video sono stati rimossi a seguito delle sanzioni del Dipartimento di Stato contro alcuni gruppi filo-palestinesi.


Trump è disposto ad affondare con Israele.

piuttosto che rendersi conto che i suoi sostenitori di base e la maggioranza degli americani non possono e non vogliono più stare dalla parte di Netanyahu


Quando i re temono la folla, la corona è già spezzata.

martedì 28 ottobre 2025

ANCORA BLOCCATI GLI AIUTI A GAZA. 10.000 LE VITTIME SOTTO LE MACERIE.




 Israele continua a bloccare l’ingresso di tende, case mobili e forniture essenziali a Gaza nonostante il cessate il fuoco sia giunto alla sua terza settimana. Secondo Hani Mahmoud, corrispondente di Al Jazeera a Gaza, cibo e acqua restano scarsi e gli ospedali non dispongono ancora di forniture mediche essenziali.



 


Il direttore della Rete delle organizzazioni della società civile di Gaza ha descritto la situazione come “catastrofica”, affermando che gli aiuti finora erogati soddisfano meno del 10% dei bisogni della popolazione. Sostiene che la Striscia ha urgentemente bisogno di 300.000 tende per dare rifugio ai residenti dal momento che oltre 1,5 milioni di palestinesi hanno perso la casa.





Squadre di ricerca palestinesi, aiutate da macchinari pesanti egiziani, stanno scavando tra le rovine di Gaza City e Khan Younis alla ricerca di prigionieri israeliani, mentre migliaia di palestinesi rimangono sepolti sotto le macerie.


La Croce Rossa ha accompagnato i membri delle Brigate Qassam durante la ricerca dei corpi dei prigionieri israeliani nel quartiere di Al-Tuffah, a est della città di Gaza.

Il braccio armato di Hamas, ha dichiarato di aver recuperato il corpo di un prigioniero israeliano e di averlo consegnato alle 21:00 di ieri, ora di Gaza. Hamas ne ha recuperati altri 18. Secondo Israele altri 12 sarebbero ancora sepolti sotto gli edifici distrutti durante i bombardamenti. 






Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha diffuso la sua versione:

“-Siamo determinati a consegnare i corpi dei prigionieri dell'occupazione prima possibile.

-Stiamo operando per concludere la prima fase dell'accordo in modo da porre fine ai pretesti utilizzati dall'occupazione.

-Abbiamo consegnato 18 corpi di prigionieri, ma le capacità limitate ostacolano il recupero degli altri.

-La nostra gente a Gaza ha il diritto di portare le attrezzature necessarie per recuperare i corpi delle circa 10.000 vittime ancora sotto le macerie.

-Le affermazioni dell'occupazione secondo cui Hamas conoscerebbe l'ubicazione dei corpi sono false, poiché i punti di riferimento di Gaza sono stati cancellati e il territorio modificato dall'aggressione.”

domenica 19 ottobre 2025

20 ATTACCHI AEREI ISRAELIANI SU GAZA. HAMAS: NON ABBIAMO VIOLATO IL CESSATE IL FUOCO.





Oggi Israele ha lanciato oltre 20 attacchi aerei su Gaza sostenendo che Hamas ha violato il cessate il fuoco. 


L’offensiva ha raggiunto  diverse aree, comprese quelle lontane dalla "linea gialla", che segna il territorio tuttora sotto controllo israeliano. 

Le Forze di Difesa Israeliane hanno accusato  i combattenti di Hamas di essere usciti da un tunnel a Rafah per effettuare il   lancio di un missile anticarro contro un loro veicolo. Il capo di Stato maggiore tenente generale, ha affermato che l'attacco ha causato la morte di due soldati. 

Una "palese violazione del cessate il fuoco", secondo Israele, che ha disposto  "una serie di attacchi per eliminare la minaccia".


Ma Hamas e il suo braccio armato, le Brigate Qassam, hanno negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, sottolineando di rimanere pienamente impegnati nel cessate il fuoco e di "non essere a conoscenza di incidenti o scontri a Rafah", descritta come una "zona rossa sotto il pieno controllo israeliano". 

I contatti con i combattenti rimasti lì, hanno affermato, sono stati interrotti a marzo alla ripresa della guerra. 


In una dichiarazione dettagliata, Hamas ha anche ribaltato le accuse, sostenendo che sia Israele ad aver violato sistematicamente l'accordo del cessate il fuoco, firmato il 9 ottobre a

Sharm el-Sheikh, in Egitto. Il gruppo militare imputa inoltre alle  IDF l’uccisione di almeno 46 civili e il ferimento di altre 132 persone dall'entrata in vigore dell'accordo. Il fuoco è stato aperto contro cittadini che, mentre tornavano nella Striscia dopo con la cessazione dei  bombardamenti, si erano inavvertitamente avvicinati alla "linea gialla". 

Secondo Hamas,  anche gli aiuti umanitari e i materiali per la ricostruzione sono stati bloccati mentre vengono trattenuti alcuni detenuti e i corpi di prigionieri deceduti in custodia. Il gruppo palestinese ha definito queste violazioni "tentativi deliberati di sabotare l'accordo" e "crimini contro l'umanità".

I funzionari statunitensi sono stati informati degli attacchi pianificati da Israele tramite il centro di comando americano che supervisiona l'accordo. Un alto funzionario dell'amministrazione Trump ha dichiarato ad Axios : "siamo a conoscenza della situazione ", aggiungendo che gli Stati Uniti hanno esortato Israele a "rispondere in modo proporzionato e con moderazione". L'inviato Steve Witkoff e il consigliere Jared Kushner sono attesi in Israele nei prossimi giorni per impedire un'ulteriore escalation e promuovere il piano di ricostruzione "Nuova Rafah" di Trump.


L'amministrazione USA  non ha rilasciato altre dichiarazioni pubbliche, mentre i palestinesi sul campo affermano che Israele ha utilizzato piccoli incidenti di sicurezza come pretesti per riprendere gli attacchi e bloccare gli aiuti.


Il Ministero della Salute e la Protezione Civile di Gaza stanno ancora accertando il numero effettivo delle vittime

IL SENSO DEL CONFLITTO PALESTINA-ISRAELE.




Secondo alcuni commentatori esperti di Medio Oriente, una delle ragioni principali per cui così tante persone  non colgono completamente il punto del conflitto Palestina-Israele è che lo vedono in termini di Islam contro Ebraismo. 

Una visione completamente sbagliata del conflitto perché il modello storico della Palestina sarebbe 

-secondo questa ricostruzione- un'equa coesistenza di religioni: in passato, ebrei, musulmani e cristiani coesistevano e avevano uguali diritti. Questo è ancora vero per musulmani e cristiani anche a Gaza, tuttavia, l'equilibrio paritario è stato alterato dalla creazione di uno stato colonialista di insediamento in cui gli ebrei hanno più diritti di qualsiasi altra religione. Questo è lo stato di Israele, basato sul modello di un'unica supremazia religiosa.


Quando si parla del conflitto israelo-palestinese, si parte dalla  “dichiarazione Balfour” del 2 novembre 1917. Quel giorno, con un testo di appena 67 parole, il governo inglese informò Lord Walter Rothschild, uno dei principali leader della comunità ebraica nel Paese, che vedeva “con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico”. 

L’Assemblea generale dell’Onu, allo scopo di dare una patria a tutti gli ebrei dispersi nel mondo,

approvò un piano di partizione della Palestina. Lo Stato di Israele fu proclamato il 14 maggio 1948.

L’ anno dopo, gli ebrei   conquistavano un territorio più ampio di quello che il piano dell’Onu aveva loro assegnato: più di 700.000 arabi palestinesi abbandonarono città e villaggi o ne furono espulsi. Fu loro poi negato  ogni diritto al ritorno nelle proprie terre, sia durante sia al termine del conflitto.

I palestinesi commemorano ogni anno quella sconfitta nel giorno della ‘Nakba’ (catastrofe). Segui, nel  1956, la cosiddetta crisi di Suez fino alla Guerra dei sei giorni, 1967, che portò Israele a conquistare altri territori, compresa la Cisgiordania. Contrariamente a quanto era successo in precedenza, la comunità internazionale non riconobbe le conquiste territoriali, perciò, da allora, si parla di “territori occupati”.


Prima della creazione dello Stato d’Israele, il modello locale era basato sull'uguaglianza, ed è questo che la Palestina rappresenta ancora oggi per i suoi sostenitori.

Per quanto riguarda Hamas, è nato solo come reazione agli abusi commessi dai suprematisti ebrei sui palestinesi. Non esisteva prima delle prevaricazioni commesse e scomparirebbe completamente una volta ripristinati i diritti civili nella regione.


Questo è ciò che le persone di "destra" non riescono a capire o non vogliono capire: l'aspetto religioso del conflitto è stato creato dalla politica israeliana, e gruppi come Hamas sono solo una reazione al grave abuso dei diritti, in particolare sulla popolazione di Gaza, sottoposta a blocco e controllo da parte dei suoi carcerieri, che non può nemmeno avere un porto, un aeroporto, passaporti o libero scambio e viaggi!


Per comprendere le ragioni del conflitto occorre abbandonare l'inquadramento religioso e tornare all'equilibrio storico di pari diritti e giustizia per tutti. Guardare indietro a un modello di Palestina in cui la convivenza paritaria era all'ordine del giorno.

Naturalmente non c'è alcun incentivo a farlo da parte di coloro che traggono vantaggio dalla supremazia sugli altri, che distorcono sempre la realtà oggettiva per adattarla al proprio tornaconto materiale, presentandosi come vittime e negando di essere stati gli aggressori dal 1948.

Non si tratta semplicemente di stabilire se uguali diritti siano garantiti sotto il vessillo di Israele o della Palestina: devono tornare, indipendentemente dai colori della bandiera. 


Il conflitto non è "Israele contro Palestina", ma tra uguaglianza di diritti e giustizia, supremazia religiosa e sfruttamento.