sabato 26 ottobre 2024

Gaza: “non lasciate che vinca”








La supplica che in queste ore si leva da Gaza riguarda le imminenti presidenziali negli Stati Uniti. Se ne fa portavoce Muhammad Shehada capo delle comunicazioni @EuroMedHR, scrittore e analista:

“per favore, non lasciate che Trump vinca!

La sola prospettiva spaventa la maggior parte dei miei famigliari e dei miei amici a Gaza”


Se votare Harris è ritenuto da molti americani pressoché inaccettabile, chi sostiene la causa palestinese invita tutti a pensare strategicamente a Gaza. “L'attivismo riguarda ciò che funziona, non ciò che ci fa sentire bene.” 

Secondo Shehada e altri palestinesi ogni considerazione si possa tenere presente, tutto appare grottesco. “Un gioco a dadi”.


Esempio: 

entrambi i candidati sono profondamente filo-israeliani e nessuno dei due fermerà il genocidio a Gaza o sospenderà le vendite di armi a Israele.

Ma Trump permetterebbe a Israele di uccidere un maggior numero di palestinesi a Gaza mentre Kamala raccomanderebbe di ucciderne un numero leggermente inferiore? 

Chissà, è come giocare una partita a dadi. 

Però, il pericolo rappresentato da una vittoria di Trump (e del team messianico estremamente lunatico che lo circonda, ad esempio David Friedman) include sicuramente: 

1- consentire a Israele di spopolare completamente il nord di Gaza, annetterne grandi porzioni e costruirvi insediamenti riservati agli ebrei. Il più quotato giornalista della destra israeliana, Amit Segal, lo ha dichiarato pubblicamente. Il peggior incubo di Gaza!


2- Consentire a Israele di annettere ufficialmente e in modo permanente la maggior parte della Cisgiordania per poi rinchiudere la sua popolazione in gabbie simili a quelle di Gaza.


3- affamare Gaza, sia ora che quando la guerra sarà terminata. Il piano di Israele per Gaza, in caso di cessate il fuoco, è di mantenere il suo blocco inflessibile che richiederà “350 ANNI per la ricostruzione”(ultima stima ONU). 

La Gaza del “giorno dopo” che Israele immagina è una  perenne città di tende, completamente dipendente dagli aiuti umanitari, un "protettorato" gestito da mercenari stranieri, senza un'economia, senza un sistema finanziario, senza denaro, senza vita di base... uno stato di soffocamento e non-vita!


4- vietare le espressioni di solidarietà con la Palestina. Avviene già ora in Germania dove le case vengono perquisite dalla polizia per un "mi piace" o un post sui social media.


Se la situazione dovesse peggiore, se Israele operasse un'annessione formale de jure invece che de facto, l'UE dovrebbe imporre sanzioni, 

il mondo dovrebbe intervenire. Ma siamo sempre sul piano del gioco d'azzardo. Parliamo di quello stesso mondo che non ha fatto praticamente nulla per fermare il genocidio in atto. Perché dovrebbe scendere in campo se Israele rubasse la terra?


Se Trump vincesse, gli avversari sarebbero più critici e contrari a qualsiasi cosa faccia, incluso tutto ciò che riguarda Israele. Improvvisamente si renderebbero conto di quanto sia orribile un genocidio e romperebbero il loro attuale silenzio "tattico". Ma anche questo è un lancio di dadi; quanto impatto avrebbero  sulla politica estera di Trump? I loro rumori verrebbero ascoltati alla Casa Bianca? Quanti si staccherebbero da L'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) per avversare Trump?


Se Kamala Harris promettesse di impegnarsi per porre fine alla guerra a Gaza,  la sua vittoria sarebbe più che augurabile. 

Invece no, lei prosegue con banalità sui negoziati di un cessate il fuoco, sul "processo di pace" o sulla soluzione dei due stati.

Forse il suo attuale silenzio è tattico per evitare che i gruppi pro-Israele affossino la sua campagna, ma poi vorrà staccarsi dall'eredità di Biden. 


Forse….Siamo ancora al tavolo da gioco


Quindi è vero, per quanto riguarda la situazione a Gaza, si fatica a trovare una buona ragione per votare Kamala Harris.


“Ma per favore, non lasciate che Trump vinca, costi quel che costi!” 

È questo che chiedono i disperati di Gaza.


Che sia più buio prima dell'alba implica anche che l’oscurità possa durare anni o decenn

giovedì 24 ottobre 2024

GAZA-Kamal Adwan: una valanga di feriti e bambini bruciati vivi





I bambini palestinesi bruciati vivi sono ammassati nell'ospedale Kamal Adwan, nel nord di Gaza, davanti alla valanga di feriti, vittime dei bombardamenti compiuti dall'esercito israeliano.

Eppure, qualcuno afferma che:

"Sono state prese misure per prevenire danni ai civili, ma nessun esercito ha mai dovuto far fronte a  ciò che ha dovuto affrontare @IDF. Mai con un nemico suicida di questo livello che cerca di far uccidere la propria popolazione..."

Questo sostiene in  un’intervista a 

@FoxNews One Nation, il maggiore John Spencer (attualmente in pensione).

È una sfacciata bugia. L'IDF ha assassinato 50.292 palestinesi, ne ha feriti 99.546, molti con gravi ustioni e amputazioni, e ne ha lasciati morire di fame molti di più. 

Un’inchiesta del New York Time ha rivelato che militari e agenti dell’intelligence israeliana avrebbero anche usato come scudi umani  i palestinesi catturati, sia adulti che minorenni. In particolare,  sarebbero stati costretti a fugare  tra le macerie e nei tunnel in cerca di esplosivi. Le testimonianze arrivano dagli stessi soldati israeliani e da alcuni palestinesi tra i quali Mohammed Shubeir, 17 anni, il quale racconta che nel corso dei suoi 10 giorni di detenzione è stato costretto a camminare ammanettato tra le macerie a Khan Younis per evitare rischi ai soldati israeliani 


Spencer dirige il progetto Urban Warfare presso il Modern War Institute di West Point, che si definisce "una risorsa nazionale presso la United States Military Academy". 

La loro clausola, ovviamente, reclina ogni responsabilità sulle “opinioni espresse degli autori, che non riflettono la posizione ufficiale della United States Military Academy, del Department of the Army o del Department of Defense”


Si capisce perché. Non è complicato capire che se sganci ripetutamente bombe da 2000 libbre su ospedali, condomini e centri profughi nelle aree che designi come Zone Sicure, è certo che  ucciderai decine di migliaia di civili.

Seguendo le reazioni affidate ai social, risulta chiaro che sono tanti ormai gli americani poco disposti a congratularsi con l’esercito israeliano. 

Gli ebrei di Israele sostengono di essere  stati sottoposti ad ogni tipo di tortura. Quindi, non possiamo, qualunque cosa facciano, biasimarli in alcun modo, anche se stanno commettendo un genocidio. Perché? Perché sono le uniche vere vittime torturate dai nazisti.


Questa ripetuta vittimizzazione ha reso obbligatorio per tutti i governi europei approvare qualsiasi cosa faccia Israele. Altrettanto vale per i non europei, in particolare i palestinesi.


Se Israele non si ferma, il nord di Gaza diventerà una gigantesca fossa comune.

domenica 6 ottobre 2024

Notti di terrore a Beirut e a Gaza.





LIBANO/BEIRUT. Occorre avere una feroce determinazione per sganciare bombe alle 3:30 del mattino su una popolazione ancora segnata e traumatizzata dall'esplosione del porto di Beirut, quando le finestre si sono spalancate, gli appartamenti sono implosi e intere famiglie sono state uccise dalla forza dello scoppio. 

Far rivivere tutto ciò alle persone sembrava inimmaginabile, eppure è accaduto. 

Nella notte tra il 5 e 6 ottobre, alla periferia sud di Beirut, in meno di 20 minuti gli aerei da guerra israeliani hanno  compiuto numerosi attacchi, i ‏⁧piu pesanti

dall'inizio dell’invasione. I raid hanno colpito le aree di Hadath, Al Barajneh Tower, Airport Road, Seyed Hadi Nasrallah Highway, Santriz, Hareh ​​​​Harik e Shuifat. Un magazzino di stoccaggio missilistico di Hezbollah è esploso con inevitabili devastanti conseguenze.

Si parla inoltre di 30 edifici distrutti, tra cui una scuola e una moschea. La gente, terrorizzata, senza meta, correva per le strade. Non si conosce ancora l'entità dei cosiddetti danni collaterali/vittime civili, ma la situazione è grave. 

Il governo libanese ha dichiarato che più di 2.000 persone sono state uccise in tutto il Paese durante un anno di combattimenti tra Israele e Hezbollah.

Ma la campagna in Libano si è ulteriormente intensificata nelle ultime ore, con gli attacchi aerei su Beirut sempre più intensi e il conseguente ordine ai civili di evacuare alcune aree





GAZA. 

Nelle stesse ore, a Gaza, 21 palestinesi sono morti sotto i bombardamenti dei caccia israeliani. Il raid ha colpito la moschea che ospitava gli sfollati vicino all'ospedale dei martiri di al-Aqsa a Deir el-Balah, nel centro della città.



LE CAUSE DELLA GUERRA

Lo scorso 7 ottobre 2023, Hamas attaccava Israele con un'operazione terroristica senza precedenti, provocando la morte di 1200 ebrei. 


La furia vendicativa delle forze israeliane non si è fatta attendere ed ha subito raso al suolo Gaza City. Secondo Erika Guevara-Rosas, alta direttrice della ricerca e delle campagne di Amnesty International

”l’incessante e rovinosa campagna militare israeliana”per espandere in modo ampio una zona cuscinettolungo il perimetro orientale della Striscia  occupata, si è basata “su distruzioni massicce. Ha 

cancellato complessi residenziali, costringendo migliaia di famiglie ad abbandonare le loro case” rendendo inabitabili le loro terre. 

L’esercito israeliano -dice Guevara-Rosas-

dovrebbe essere oggetto di indagini “per crimini di guerra in quanto portata avanti con distruzioni di massa”

Una punizione collettiva che secondo i dati del ministero della Sanità avrebbe ucciso 

41.020 palestinesi della Striscia di cui 14 mila bambini. Almeno la metà di queste piccole vittime non è ancora stata identificata. Si stima che molti, tra bambine e bambini, siano dispersi, scomparsi, detenuti, sepolti sotto le macerie o in fosse comuni

Altre 94.925 persone sarebbero rimaste ferite.






L’AGGRAVAMENTO DEL CONFLITTO


Il conflitto in corso in Medio Oriente si è trasformato in una grave crisi umanitaria, con milioni di sfollati e devastazioni diffuse in Libano, Gaza e Siria.


Un attacco israeliano vicino al confine con la Siria, venerdì mattina,ha bloccato una strada utilizzata dalle persone in fuga dal conflitto. Sono oltre 1,2 milioni i libanesi già sfollati .


Il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano ha dichiarato che non permetterà più a Hezbollah di "insediarsi" nel Libano meridionale.


Il comandante delle 

Brigate Al-Qassam, Saeed Atallah, è morto insieme alla moglie e alle due figlie, in un bombardamento che ha colpito la sua abitazione nel nord del Libano.



In Cisgiordania, Israele ha rivendicato l'uccisione di un altro leader di Hamas durante un attacco a un campo profughi, in cui hanno perso la vita almeno 18 persone.


Nel frattempo, il governo siriano ha accusato Israele di aver attaccato obiettivi all'interno del suo territorio, tra cui la capitale Damasco, dove sono stati colpiti depositi di rifornimenti contenenti armi destinate a Hezbollah.

Ed Hezbollah, avrebbe risposto lanciando almeno 100 razzi Katyusha e diversi missili di fabbricazione iraniana nel territorio israeliano. 


FUGA IN IRAQ

L’escalation delle operazioni militari israeliane in Libano, provocando il deterioramento della situazione umanitaria, ha costretto migliaia di civili a fuggire anche verso i Paesi vicini. 

L’Iraq ha annunciato sabato di aver accolto circa 5.700 sfollati libanesi attraverso gli aeroporti di Baghdad e Najaf e il porto terrestre di Al-Qaim. 


DIPLOMAZIA

Mentre le azioni militari continuano, è importante che a livello regionale e internazionale si metta in moto la diplomazia per prevenire altri massacri di innocenti, donne, bambini, civili,

Corridoi umanitari 

dovrebbero assistere chi fugge dalla violenza, mobilitando aiuti internazionali per rispondere alle esigenze immediate.


Nel lungo termine, una pace sostenibile richiederà di affrontare le tensioni politiche sottostanti, il ruolo delle potenze regionali e la creazione di un quadro per la coesistenza. Senza un autentico impegno al dialogo e agli sforzi di ricostruzione, risposte violente aggraveranno ancora e di più l'instabilità in una regione troppo fragile.


Il mondo non può permettersi di ignorare la situazione, perché le conseguenze dell'inazione si ripercuoteranno ben oltre il Medio Oriente.