lunedì 9 maggio 2022

Che cosa significa per Putin e per il ‘'mondo russo’' essere nazisti


Non una dittatura totalitaria, né la soppressione del dissenso o la severa censura dei media, non la retorica aggressiva diretta ad altri paesi e popoli, o i massacri e il costante dichiarare la loro inferiorità rispetto alla propria superiorità. No, i "nazisti" non si trovano in quei paesi dove i segni di nazismo sono reali e ben evidenti. Per la  Russia è un nazista chiunque non ne condivida il pensiero e il modo di vivere. Chiunque se ne distacchi e chi con questo distacco simpatizzi è nazista.

Perché la Russia non finisce dove passano i suoi confini, bensì prosegue per una distanza indefinita relativa alla  forma del cosiddetto "mondo russo". 

E se qualcuno è contrario al concetto di questa Russia allargata e non vuole l'espansione incontrollata del "mondo russo", allora è un nemico della Russia, il che significa che è sicuramente un nazista. 

E i nazisti più terribili, in questa "logica", sono, ovviamente, gli ucraini. Perché, in primo luogo, vivono sfacciatamente sul territorio del "mondo russo".  E, in secondo luogo, rifiutano l'opportunità data loro di dissolversi in questo "mondo russo" e rinunciare alla loro identità "sbagliata". Dopotutto, gli è stato detto che fanno parte del divino popolo russo ;detto e ribadito dal patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie che  celebrando la Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore, a Mosca, ha pronunciato un sermone infuocato per giustificare le cause della guerra. Lo ha fatto appoggiando il discorso di Putin sull’Ucraina, impostato sugli stessi toni apocalittici : “Ciò che accade oggi… non riguarda solo la politica… Riguarda la salvezza dell’uomo, il posto che occuperà alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come Giudice e Creatore dell' Universo”.


Ormai è noto che, nella sua evoluzione, la Chiesa ortodossa russa si è posta come l’ultimo dei paladini della morale sociale e dei suoi valori tradizionali, in un contesto di “guerra culturale” contro un Occidente “decadente”. 

D’altro canto, la Chiesa ortodossa  e il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa, (FSB) sono le uniche grandi istituzioni centrali ad essere sopravvissute al crollo del sistema comunista. Era inevitabile che si innestassero organicamente al regime di Putin? Non so. 

Quel che è certo è che lo Zar sta dicendo all’Ukraine: sii felice per l’onore che ti è stato concesso e smettila di deformare la lingua russa!  Agli ucraini, pensa che fortuna, sarebbe concesso di esibirsi in canti e balli, e persino di pubblicare libri di ricette sulla cucina locale.

Invece loro non ne vogliono sapere di liquefarsi per tornare a quel porto natale. Anzi, lottano e muoiono in battaglia pur di rivendicare il diritto ad essere ciò che oggi sono. 

Questa fiera ostinazione fa degli ucraini, agli occhi della Russia, dei nemici. Come nemici sono: svedesi, polacchi e australiani con canadesi. Con l’aggravante di essere anche dei traditori. 

E i traditori non vengono risparmiati. 

Resta da vedere come Putin intende comportarsi con i 40 paesi che secondo il suo punto di vista sono adesso un "Hitler collettivo": l’Unione Europea, il Regno Unito, gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda 

giovedì 5 maggio 2022

PERCHÉ L’APPARTENENZA ALLA NATO DA PIÙ SICUREZZA AI VICINI DELLA RUSSIA

Poiché l'argomento in base al quale la NATO avrebbe spinto la Russia a comportarsi in modo aggressivo contro i Paesi confinanti continua a emergere, una considerazione minima si può fare. 

È presumibilmente realistico che la Russia abbia percepito l'allargamento della NATO come una minaccia ed abbia dovuto reagire per difendere i suoi interessi di sicurezza. 

Però, questa affermazione è insostenibile se vista da una prospettiva liberale sulle relazioni internazionali, dove l'ordine basato sulle norme europee implica il principio che gli stati hanno il diritto di scegliere le proprie soluzioni di politica di sicurezza. 

La NATO è un'alleanza di difesa che non mira attivamente ad allargarsi, ma può accettare nuovi membri che ne chiedono l'adesione. 

Guardato realisticamente, il desiderio della Russia di ampliare la sua sfera di influenza non è emerso come risultato dell'allargamento della NATO, ma ha radici secolari nella storia. La Russia era troppo debole negli anni '90 per mantenere il suo impero, ma quando si è rafforzata all'inizio degli anni 2000, l'urgenza di riguadagnare la propria influenza è riemersa.

Ma si tende a dimenticare che la Russia non aveva rinunciato all'idea di avere un ruolo privilegiato nello spazio post-sovietico nemmeno negli anni '90. 

Ha dovuto accettare l'adesione degli Stati baltici alla NATO in un momento in cui era debole ed economicamente dipendente dall'Occidente, ma ha sempre visto Ucraina, Bielorussia e altri paesi come appartenenti alla sua sfera di influenza. 

La domanda fondamentale è questa: l'Occidente avrebbe dovuto riconoscere o accettare tranquillamente la sfera di influenza della Russia per il bene della stabilità europea?

NO, perché questo non avrebbe portato, e non porterà mai, stabilità duratura.

Se costretti sotto il dominio della Russia contro la loro volontà, i suoi vicini si sentirebbero insicuri, oppressi e mirerebbero costantemente a liberarsi. L'appartenenza alla sfera di influenza russa è ciò che nessuno dei suoi vicini desidera.

La Russia potrà mai trovare un modo per costruire relazioni di buon vicinato con i suoi vicini più piccoli senza cercare di dominarli e opprimerli? Può smettere di sentirsi minacciato dall'indipendenza dei suoi vicini?

La storia non ci permette di essere ottimisti.

Infine, gli Stati baltici sono oggi la parte più stabile dei confinanti europei con la Russia, grazie alla loro appartenenza alla NATO. Tutti gli altri sono più vulnerabili e cercano modi per garantire la propria sovranità e libertà.

Quindi, la NATO resta ancora la soluzione ottimale.