Il presidente degli Stati Uniti ha deciso di ritirare i mille soldati americani dalla Siria Settentrionale,
abbandonando così gli alleati curdi che,in prima linea nella lotta pluriennale contro l'ISIS, hanno ricoperto un ruolo decisivo nella riconquista di Raqqa e dei territori in mano al gruppo “Stato islamico”.(IS)
I combattenti curdi hanno ormai ripiegato nelle zone del nordest della Siria, protetti dai militari statunitensi, ma sempre sotto la pressione del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che minaccia spesso un attacco contro le forze curde siriane legate al Pkk, il Partito dei lavoratori curdi di Turchia, suo nemico giurato.
Fino alla mattina del 19 dicembre, i mezzi d’informazione vicini a Erdoğan affermavano che si tratterebbe di un’offensiva “vitale” per la sicurezza della Turchia, criticando per l’ennesima volta il sostegno accordato da Washington ai curdi. Il ritiro statunitense è dunque un trionfo per Erdoğan e rischia di spingere i combattenti curdi tra le braccia di Bashar al Assad, con cui i ponti non sono mai stati completamente tagliati.
La decisione suscita sconcerto tra gli alti gradi statunitensi e provoca
l’imbarazzo della Francia, che mantiene circa duecento uomini delle sue forze speciali nella zona anche allo scopo di proteggere i curdi. Con il ritiro degli Stati Uniti, Parigi dovrà affrontare una situazione complicata

Come d’abitudine, il Presidente ha annunciato attraverso Twitter la sua inversione di rotta, una mossa che piace alla base elettorale isolazionista e che presenta tutti i vantaggi di un disimpegno dall’ennesimo conflitto in Medio Oriente.
Effettivamente lo Stato Islamico ha perso il grosso dei territori che un tempo controllava in Iraq e in Siria, ma non è stato definitivamente debellato. La posizione di Trump ricorda il “missione compiuta” di George Bush in Iraq, seguito da molti anni di guerra.
Il disimpegno di Washington potrebbe scatenare il caos nella regione. Donald Trump non ha ascoltato i suoi consiglieri che non volevano privare gli Stati Uniti di un ruolo chiave nella definizione del dopoguerra in Siria.
Ritirandosi prima che sia trovata una soluzione politica, gli Stati Uniti lasciano alla Russia e all’Iran la possibilità di godere dei frutti del loro intervento decisivo a sostegno di Assad. Teheran e Mosca hanno dato il via libera alla Turchia, che ora potrà allargare la sua zona di sicurezza nel nord della Siria, a spese dei curdi.
Questa evoluzione sconvolge i sostenitori di una politica repubblicana classica a Washington, che continuano a ragionare in funzione di uno scacchiere politico-militare mondiale segnato dalla rivalità delle potenze. Evidentemente tutto questo non interessa affatto a Trump il quale, di fatto, da alla Turchia il via libera per massacrare 2 milioni curdi, fino a ieri alleati degli Stati Uniti. Gli stessi curdi che hanno combattuto a fianco degli americani contro l'ISIS.
Ritirando le forze statunitensi, Trump sta consentendo un altro massacro dei curdi. In questo senso, dalll’America, lo sfogo sui social è pressoché unanime. Eccone degli esempi da Twitter:
-One of the most shameful episodes of American history is about to take place: the genocide of our staunch former allies, the Kurds, in the fight against ISIS.
(Sta per aver luogo uno degli episodi più vergognosi della storia americana: il genocidio dei nostri ex fedeli ex alleati, i curdi, nella lotta contro l'ISIS.)
-Trump has destroyed our trust in the world. How can we allow kurds to get massacred after they fought ISIS for us. Trump is a dangerous disgrace and a national security nightmare. America will pay heavily in the future for these actions he has taken overseas. No one will trust us
(Trump ha distrutto la nostra fiducia nel mondo. Come possiamo permettere ai kurdi di essere massacrati dopo che hanno combattuto l'ISIS per noi. Trump è una disgrazia pericolosa e un incubo per la sicurezza nazionale. L'America pagherà molto in futuro per queste azioni che ha intrapreso all'estero. Nessuno si fiderà di noi)
D.Bart
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