MOSUL – Sì combatte furiosamente strada per strada, dalla periferia orientale a quella nord-orientale di Mosul, roccaforte irachena dell’Isis e stretta nella morsa di forze governative, combattenti curdi e milizie di varie affiliazioni. L'orrore si consuma mentre l’Onu denuncia pesanti violazioni umanitarie, sia da parte degli jihadisti, sia da parte della coalizione anti-Isis a guida americana, che nel corso dei raid aerei ha ucciso molti civili.
Dall’ufficio dell’Onu per i diritti umani di Ginevra sono rimbalzate notizie dell'”uccisione di massa” di almeno 50 disertori dell’Isis. Le Nazioni Unite affermano anche che gli jihadisti hanno trasferito in maniera forzata centinaia di civili, tra cui moltissime donne, nella zona di Tellafar, a ovest di Mosul. Le donne, sarebbero per lo più curde e yazide, due comunità considerate bersaglio dei miliziani dell’Isis.
Si parla anche dell’arruolamento forzato di adolescenti e bambini, a partire dall’età di nove anni, che Isis costringe a combattere nelle battaglie in corso a Mosul. Sempre l’ufficio dell’Onu per i diritti umani denuncia l’uccisione di 21 civili, tra cui quattro donne, nei raid aerei della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti. l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha aggiornato a oltre 22mila il numero degli sfollati in fuga da Mosul dall’inizio dell’offensiva, scattata il 17 ottobre scorso. Secondo l’organizzazione umanitaria Oxfam, moltissimi di questi sfollati, che si trovano nelle zone “liberate” a sud di Mosul, vivono in un “inferno pieno di fumo” a causa degli incendi appiccati dai miliziani dell’Isis in ritirata. Queste famiglie – prosegue Oxfam – hanno scarso accesso ad acqua pulita e a servizi medici. “Il fumo oscura il sole e rende grigie le facce dei bambini”.
Questa mattina, all’alba, è cominciata la seconda fase dell’offensiva per la riconquista della città: le forze governative hanno tentato di penetrare i sobborghi orientali, combattendo strada per strada, nel sobborgo di Aden e in altri quartieri periferici. "La più violenta battaglia combattuta fino ad ora per le vie della cintura esterna della città" - raccontano voci dal campo.
I miliziani si sono ritirati da alcuni quartieri, lasciandosi dietro, però, cellule di combattenti pronti al suicidio e diverse autobombe per rallentare l’avanzata nemica. Di fronte a questa resistenza, le forze governative hanno cercato di aprire un secondo fronte, a nord-est di Mosul, puntando verso i quartieri di Tahrir e Zahra. Il generale iracheno Abdelwahhab Saadi, capo delle operazioni per le forze anti-terrorismo, ha detto che le milizie sciite lavorano assieme ai governativi per far sì che l’intera città di Mosul sia assediata da ogni lato. Ne dà notizia tv filo-iraniana Mayadin.
Ma come è già accaduto nei giorni scorsi a Kirkuk e nella regione di al-Anbar, l’Isis ha risposto attaccando dietro le linee nemiche: è avvenuto a Shirqat, 100 km a sud di Mosul, dove gli jihadisti hanno tentato un assalto a sorpresa alla cittadina sul Tigri. Dopo essersi rifugiati in una moschea, sono stati respinti dall’assalto delle forze locali: il bilancio è di 36 morti, tra cui 20 miliziani dell’Isis, sei agenti e dieci civili. " I corpi degli jihadisti uccisi sono stati appesi nelle strade", avrebbe dichiarato il sindaco di Shirqat, Ali Dodah.
D.Bart.
Nessun commento:
Posta un commento
Se volete lasciate un commento...