mercoledì 8 giugno 2016

PRESIDENZIALI USA: FBI CONTRO HILLARY E LA FRODE DI TRUMP. COMUNQUE VADA SARA' UN INSUCCESSO




Ora i dubbi stanno davvero a zero, Hillary Clinton ha incontestabilmente conquistato la nomination per il partito democratico. Sarà  lei perciò a fronteggiare l'avversario repubblicano, Donald Trump, per la presidenza degli Stati Uniti d'America l'8 novembre prossimo.
Per la prima volta una donna ha conquistato la nomination di uno dei grandi partiti statunitensi. Ora potrebbe  diventare anche la prima donna a sedere sulla poltrona di comando della Casa Bianca. "Questa è una giornata storica" ha detto la stessa Hillary. Consapevole, credo, che la strada da percorre sia ancora tutta in salita. E che salita.



TRUMP, L'AVVERSARIO PERICOLOSO 



Il suo diretto avversario, Donald Trump, non gode, è vero, della fiducia e della stima di alcuni Stati alleati, politicamente corretti. Non piace per il suo l'odio cieco, indiscriminato, estremista contro i musulmani. È anche un razzista,  che si è inimicato molte fasce della popolazione americana: le donne, i neri, le minoranze etniche, soprattutto latinos- messicani. Ma nelle ultime settimane è riuscito a superare la Clinton nei sondaggi nazionali. Perchè?
Perchè lei è considerata a sua volta una donna dell'establishment, spesso indicata anche da altri esponenti democratici, a cominciare dallo stesso Sanders, come vicina alle lobby finanziarie, ritenute responsabili dell'impoverimento della classe media. Insomma, Hillary, è una persona percepita come politicamente siliconata, finta.
 Trump, invece,  è riuscito a dare di sé un' immagine di sincerità. Dice pane al pane, vino al vino, parla in modo in modo chiaro e semplice: poche parole, frasi brevi e comprensibili , capaci di raggiungere quella fascia di elettori poco scolarizzata, ma molto arrabbiata per gli ultimi anni di crisi.



SANDERS- IL FUOCO AMICO

Bernie Sanders, l' avversario nella nomination, pur avendo  licenziato metà del suo staff dopo le primarie del 7 giugno, pare deciso a tirare ancora  la corda, a portare a termine quella che considera una missione: trascinare il Partito Democratico il più possibile a sinistra sulle questioni  che riguardano l'aumento delle disuguaglianze economiche e sociali. 
Hillary Clinton si è già verbalmente affiancata a tali posizioni, ma non basta. I due dovrebbero arrivare ad un compromesso. A fare il miracolo potrebbe essere proprio l'attuale Presidente, la bandiera dei liberal, Barack Obama, che nelle prossime settimane dovrebbe affiancarla nella campagna elettorale 
Con l' appoggio di Sanders, alla Clinton potrebbe arrivare anche il voto di quella parte tanto arrabbiata e sfiduciata nei confronti dall'establishment Politico, e che ora minaccia di appoggiare il candidato antisistema, Donald Trump.



EMAILGATE - LE INDAGINI FBI


Un altro ostacolo, e non di poco conto, si pone sulla strada di Hillary nella sua corsa alla Casa Bianca. L'intralcio s'annuncia con una scritta minacciosa: Federal Bureau of Investigation -  emailgate. Riguarda i 4 anni da segretario di Stato della Clinton e l'utilizzo che ella fece - sia per la corrispondenza privata sia per quella di lavoro- di un server di sua proprietà. Non era illegale all'epoca, fermo restando che tutte le email inviate dovevano essere archiviate dal Dipartimento di Stato per verificarne la correttezza. La  Clinton, purtroppo, ha consegnato tutta la corrispondenza di lavoro, ma ha distrutto quella personale, rendendo così  impossibile la verifica. Occorrerebbe quindi una atto di fiducia, cosa che i suoi avversari, sia democratici che repubblicani, non vogliono accordarle
Le indagini hanno ora  stabilito che in almeno 2100 casi sarebbero passate  informazioni riservate non indicate come tali. Quindi, se venisse fuori che la Clinton ha davvero violato lo Espionage Act  e l' FBI formulasse un'accusa formale in tal senso prima della convention di novembre, la candidata del Partito Democratico dovrebbe fare un passo indietro e accettare l' evenienza  di una convention aperta, in cui  un altro prenderebbe il suo posto. Forse, l'attuale vicepresidente Joe Biden.
Ma dal momento che non è obbligatorio ritirare la propria nomination, Hillary potrebbe decidere di battersi fino all'ultimo scontro.



I GRATTACAPI DI TRUMP

Va detto che  anche il miliardario di New York ha i suoi scheletri nell'armadio, a cominciare da quella discussa dichiarazione dei redditi mai resa nota. Pare..... Si dice...... Va' a sapere se è vero.....!  Comunque, il Trump  avrebbe approfittato di uno sgravio fiscale destinato a chi guadagna meno di 500000 dollari l'anno. Un errore? Oppure il magnate è meno ricco di quanto ci ha fatto credere? 
Inoltre, lo schietto capopopolo, rischia un'accusa formale per frode a proposito delle sue Trump University. Atenei a cui si sono iscritti migliaia di studenti, uomini e donne, desiderosi di realizzare il sogno di un successo negli affari, simile a quello di Donald Trump. ADnkronos scrive: "Il giudice di New York, Cynthia Kern, ha infatti stabilito che vi sono elementi per rinviare a giudizio l'ateneo che prende il nome da Trump per aver ingannato e truffato migliaia di studenti riguardo alle vere possibilità offerte dai suoi corsi, come sostiene il procuratore generale di New York, il democratico Eric Schneiderman, che ha chiesto, a nome dei 5mila studenti che hanno pagato 35mila dollari per il corso, un risarcimento di 40 milioni di dollariL'accusa infatti sostiene che l'Università non aveva i riconoscimenti accademici quando ha iniziato ad operare nel 2005 e prometteva incontri e lezioni da parte di esperti immobiliari scelti personalmente da Trump, cosa che si è poi rivelata falsa. Gli avvocati del miliardario, che riconoscono che il processo potrà svolgersi il prossimo autunno, sperano che sia un procedimento con giuria popolare".


PERCHE' SI, PERCHE' NO, HILLARY.

Hillary Clinton è certo la più allenata nella storia dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti. E' stata una grande attivista in gioventù;  first lady in Arkansas, quando Bill era governatore dello Stato, e poi alla Casa Bianca dopo l'elezione del marito. In seguito è stata senatrice per lo stato di New York, e dopo, segretario di Stato - dal 2008 al 2012 - sotto la presidenza di Obama.

E' vero anche che nel 2003 Hillary Clinton votò a favore dell'intervento miliare in Iraq, decisione che divise il suo stesso partito facendole perdere la nomination democratica del 2008, che passò ad Obama. Hillary era inoltre a conoscenza del vero, spudorato piano di Sarkosy di attaccare la Libia per impedire a Gheddafi la realizzazione di una nuova moneta panafricana, e ottenere una quota maggiore della produzione di petrolio libico a danno dell'Italia. 

Dunque, comunque vada, vinca l'uno o vinca l'altra, sarà un insuccesso!

D.Bart.






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