giovedì 6 febbraio 2025

Katz: il piano per “sfollamento volontario” da Gaza

 


Benjamin Netanyahu ha nominato ISRAEL KATZ ministro della difesa israeliano per le sue posizioni dure sulla sicurezza. Ma non solo. KATZ sostiene da sempre l’espansione degli insediamenti israeliani nei territori occupati e si oppone fermamente a concessioni territoriali ai palestinesi. La sua visione di difesa è incentrata su un rafforzamento militare ed un atteggiamento di deterrenza nei confronti di nemici regionali come l’Iran e Hezbollah. Non stupisce quindi che ora appoggi e promuova la proposta di Donald Trump:  mettere le mani su Gaza per trasformarla nella “Riviera del Medio Oriente”. Lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca alla presenza di Netanyahu (sul quale, peraltro, pende un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale). Il presidente degli Stati Uniti ha esposto un piano che ha tutti i contorni di una pulizia etnica. Immediata la reazione di ISRAEL KATZ che diffuso questo comunicato:“Ho incaricato l'IDF di preparare un piano che consenta a qualsiasi residente di Gaza che lo desideri di andarsene, di recarsi in qualsiasi Paese disposto ad accoglierlo. Hamas ha utilizzato gli abitanti di Gaza come scudi umani, ha costruito la sua infrastruttura terroristica nel cuore della popolazione civile e ora li tiene in ostaggio, estorcendo loro denaro attraverso il sistema di aiuti umanitari e impedendo loro di partire da Gaza. Il piano includerà opzioni di uscita tramite attraversamenti terrestri, nonché accordi speciali per la partenza via mare e via aria. Paesi come Spagna, Irlanda, Norvegia e altri, che hanno falsamente accusato Israele per le sue azioni a Gaza, sono legalmente obbligati a consentire ai cittadini di Gaza di entrare nel loro territorio. La loro ipocrisia verrà smascherata se si rifiutano. Nel frattempo, paesi come il Canada, che ha un programma di immigrazione strutturato, hanno precedentemente espresso la volontà di accogliere residenti da Gaza. La popolazione di Gaza dovrebbe avere diritto alla libertà di movimento e di migrazione, come è consuetudine in tutto il mondo. Accolgo con favore l'iniziativa coraggiosa del Presidente DonaldTrump, che può creare ampie opportunità per coloro che a Gaza desiderano andarsene, aiutarli a reinsediarsi nei paesi ospitanti e sostenere gli sforzi di ricostruzione a lungo termine in una Gaza smilitarizzata e libera da minacce dopo Hamas, uno sforzo che richiederà molti anni.” Questa proposta non è altro che un modello di pulizia etnica, mascherato da gesto umanitario. Fa sembrare cinicamente lo spostamento forzato come "libertà di movimento", quando in realtà è parte di un piano da tempo  orchestrato per cancellare la presenza palestinese da Gaza con il pretesto di offrire loro una via d'uscita. L'audacia di pretendere che altre nazioni si facciano carico del peso della distruzione compiuta da Israele, mentre continua a bombardare, affamare e imprigionare un'intera popolazione, mette a nudo l’ipocrisia di tale ideazione. Israele ha sistematicamente ridotto Gaza in macerie, ha imposto un soffocante blocco per quasi due decenni e ora osa inquadrare l'espulsione di massa come un atto di generosità. Questa non è una soluzione; è un crimine di guerra. L'affermazione che nazioni come Spagna, Irlanda e Norvegia abbiano un "obbligo legale" di accettare gli sfollati di Gaza è sia legalmente che moralmente assurda. Nessun paese è obbligato a ripulire il caos provocato da Israele mentre continua la sua incessante campagna di distruzione. Il vero obbligo riguarda piuttosto Israele: porre fine alla sua brutale occupazione, revocare il blocco e cessare le sue politiche genocide contro il popolo palestinese. L'allontanamento forzato di una popolazione indigena dalla propria terra non è solo moralmente riprovevole, è un crimine contro l'umanità. Il mondo deve ribellarsi, respingere questo vile tentativo di inquadrare la pulizia etnica come iniziativa umanitaria e ritenere Israele responsabile delle atrocità commesse a Gaza.



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