martedì 9 luglio 2019

MIGRANTI: IL BIECO OBBIETTIVO DELLA POLITICA CATTIVA CHE ALIMENTA L’ODIO E UCCIDE LA LIBERTÀ


Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sostiene che con la Missione Sophia furono recuperate e portate in Italia migliaia di persone. Da qui la scusa per dare il via alla battaglia contro i Centri di accoglienza e i barconi: una crudeltà che serve a mascherare il fallimento della politica migratoria di questo Governo. In particolare proprio quella del Ministro dell’Interno, i provvedimenti del quale altro non fanno se non aumentare il numero dei cosiddetti clandestini e, di conseguenza, l’insicurezza dei cittadini italiani. 

LA CHIUSURA DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA.
I CARA (Centro di accoglienza per richiedenti asilo), sorti nel 2008 e pensati come centri di prima accoglienza per i migranti irregolari e richiedenti asilo o protezione internazionale, sono stati spesso oggetto di inchieste  giornalistiche e giudiziarie che ne hanno messo in luce le pessime condizioni:
isolamento, sovraffollamento, mancanza di servizi, irregolarità negli appalti assegnati, infiltrazioni di gruppi criminali nella gestione. 
La permanenza dei richiedenti asilo nei Cara non avrebbe dovuto superare i 35 giorni, invece, di fatto, i soggiorni sono arrivati a superare i due anni. Luoghi pensati per il transito temporaneo si sono trasformati in dimore fisse nelle quali venivano ammassate persone particolarmente fragili, sconvolte, vittime di tratta o tortura accanto a famiglie con bambini.
Situazioni al limite che hanno portato gli attivisti e gli stessi migranti ospiti delle strutture a chiederne la chiusura. Ma in cambio di misure più umane e corrette.
Invece, sì è fatto di ogni erba un fascio ed è cambiato tutto, in peggio. 

I CARA, anche i più virtuosi, come quello di Castelnuovo di Porto, vengono chiusi mentre i migranti con protezione umanitaria vengono buttati per strada senza possibilità d’appello. All'indomani di sgomberi pressoché immediati si ritrovano scardinati da realtà in cui si erano faticosamente integrati. Davanti a loro un futuro incerto, sotto un ponte o per strada, con la mano tesa. Alcuni li troviamo davanti ai nostri supermercati: educati, timidi, affamati. A volte allungano un curriculum ai passanti, sperando di trovare un lavoro. Disperatamente illusi, a fronte di altri che si ingegnano e si riciclano come corrieri della droga e varia manovalanza della criminalità organizzata.
Eppure, in origine, doveva essere una questione di diritti civili. Parliamo, nella maggior parte dei casi,di vittime di tratta, terrorizzate all’idea di essere divise, spostate, portate chissà dove.

LA GUERRA ALLE ONG

La tattica si serve dell’etichetta:
sono “trafficanti di esseri umani”, fanno accordi accordi illeciti, dietro di loro agiscono  finanziatori interessati che ne foraggiano l'attività e il guadagno.
Calunnie, bugie, balle smentite dai dati reali e dalle inchieste. I finanziatori delle Ong sono tutt’altro che anonimi giacché i bilanci delle donazioni ricevute dalle organizzazioni umanitarie sono pubblici per obbligo di legge e consultabili anche online.
 L'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) ha inoltre provato l'inesistenza di una correlazione tra presenza di Ong in mare e partenze. Anzi: al calo di imbarcazioni di soccorso è corrisposto un aumento dei migranti in partenza. E dopo la clamorosa vicenda della Sea-watch3 e della Sua Capitana, Carola Rackete, la tragica realtà degli arrivi smentisce minuto per minuto l’efficacia del pugno duro salviniano. Tra il primo maggio e il 21 giugno 2019, sono partite dalla Libia 3.926 persone. La media giornaliera è di 62 partenze con navi Ong al largo della costa e di 76 partenze senza Ong (dati ISPI).
 Il 7 giugno,tanto per fare un esempio, sono arrivate 147 persone. A Pozzallo ne sono appena sbarcate, soccorse al largo di Lampedusa dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza. Altre, a decine, sono arrivate a bordo di barchini di fortuna, tanto che
lʼhotspot dell’isola è al collasso, con oltre il doppio dei migranti che può ospitare.

IL BIECO OBBIETTIVO DELLA POLITICA CATTIVA.

Smantellare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), cancellare la protezione umanitaria, chiudere indiscriminatamente i centri di accoglienza vuol dire trasformare in ombre decine di migliaia di persone, senza denaro e senza lavoro. Lasciarle sulle nostre strade servirà ad esasperare le già tormentate e abbandonate periferie. La percezione dell’insicurezza andrà ad alimentare rabbia, odio, rifiuto. Giustificando un taglio netto alla nostra libertà. E quel che è peggio, alla compassione, alla comprensione, dell’altro. All’umanità.



D.Bart.

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