mercoledì 2 gennaio 2019

Sea Watch3. Malta concede riparo in acque territoriali ma i migranti non possono sbarcare.


Solo una breccia, una lieve fenditura, comunque, un segnale che turba, danneggia il muro di cinismo e indifferenza che l’ Europa ha eretto a propria difesa contro i migranti. Contro i 32 disperati che a bordo della nave Sea Watch vagano in balìa del mare in tempesta da 12 giorni, in attesa che venga loro concesso di attraccare in qualche porto sicuro. 

Malta, dopo ripetuti rifiuti, ha finalmente concesso una sia pur limitata autorizzazione: non l’attracco in porto, ma solo la possibilità di porsi al riparo in acque territoriali. 
A bordo si soffre ancora, c’è chi non smette di vomitare a causa del mal di mare, soprattutto i bambini il più piccolo dei quali ha 1 anno, 6 e 7 gli altri due.

Con la Sea Watch ha ottenuto stessa concessione la Sea Eye del Professor Albrecht Penck , che trasporta 17 migranti in precarie condizioni di salute e con scorte di acqua e di cibo al limite.
“Abbiamo a bordo tre bambini che vomitano in continuazione, a rischio ipotermia e disidratazione". Così, l’ultimo drammatico appello dei medici, lanciato al dodicesimo giorno in mare, ha avuto ascolto. 
Onde alte tre metri, temperature poco sopra allo zero, maestrale a venti nodi, condizioni meteo in ulteriore peggiornamento per i prossimi due giorni e 49 persone in tutto in serio pericolo: a nulla è valsa la continua richiesta di aiuto.

I medici delle due ong tedesche sono ancora in attesa che qualche Paese si decida ad aprire un porto del Mediterraneo per sbarcare i migranti soccorsi. "Per persone malnutrite e in condizioni di salute molto precarie come quelle che abbiamo a bordo la disidratazione come causa del mal di mare è un rischio molto grave e può mettere anche a rischio la vita soprattutto se associata all'ipotermia", dicono i soccorritori.

Intanto, sui ponti della piccola nave l’acqua ha invaso ogni angolo, i migranti sono stati messi al riparo sottobordo, in spazi estremamente ristretti e in condizioni di promiscuità. Fisicamente e psicologicamente stremati cominciano a non comprendere più la situazione ed è difficile controllarli.

Già 30 città tedesche di sono dette disponibili ad ospitare i migranti delle navi Sea Watch e Sea Eye, 
ma il governo non ha ancora presentato alcuna richiesta ufficiale, né all'Europa né ad altri paesi, per l’eventuale concessione di un porto sicuro. 

Dopo l'appello di Unhcr anche Médecins Sans Frontières (MSF) è intervenuta. Con le condizioni del tempo in peggioramento e le rigide temperature invernali è necessario trovare una soluzione rapida. “Facciamo appello alla società civile italiana, affinché alzi la voce su questa situazione inaccettabile e sulla richiesta di politiche più umane che allevino le sofferenze delle persone. Chi fugge ha bisogno di protezione. La tutela della vita delle persone al primo posto, poi i dibattiti politici su chi accoglie".
D.Bart.

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