Nell'interminabile, doloroso e caotico conflitto siriano s'inserisce un nuovo inquietante elemento: l'arrivo al porto di Tartus della prima unità delle forze speciali dell'esercito cinese.
Secondo le ultime notizie, Pechino avrebbe pianificato l'invio di due unità: le "Tigri della Siberia" e le "Tigri notturne", per assistere il regime di Assad contro gli uiguri cinesi che combattono a fianco delle organizzazioni musulmane radicali in Siria. Al momento, tuttavia, è stato confermato soltanto l'arrivo della seconda unità, le "Tigri Notturne".
Secondo l'ambasciatore siriano in Cina, circa cinquemila uiguri etnici della provincia cinese dello Xinjiang si trovano attualmente in Siria. E lo stesso presidente Assad ha già avuto modo di definire
"cooperazione cruciale" quella tra la Siria e l'intelligence cinese contro i militanti uighur. Peraltro, da quando l'ammiraglio cinese Guan Yufi ha visitato la Siria, a metà 2016, l'esercito cinese è presente in Siria per addestrare le forze siriane all'uso di armi fabbricate in Cina, per raccolta di informazioni, per logistica e medicina sul campo.
"cooperazione cruciale" quella tra la Siria e l'intelligence cinese contro i militanti uighur. Peraltro, da quando l'ammiraglio cinese Guan Yufi ha visitato la Siria, a metà 2016, l'esercito cinese è presente in Siria per addestrare le forze siriane all'uso di armi fabbricate in Cina, per raccolta di informazioni, per logistica e medicina sul campo.
Dall'inizio della guerra civile in Siria e in Iraq, gli uiguri si sono radunati in Medio Oriente per unirsi alle forze ribelli che combattono contro il regime di Assad e il regime sciita in Iraq, sostenuto dall'Iran. Gli Uiguri hanno affiancato nel tempo diverse milizie jihadiste, come il Fronte di Jabhat al Nusra, Hayaat Tahrir el Sham e ISIS (Stato Islamico).
ll governo cinese ha affermato che "più di mille" separatisti Sinkiang hanno ricevuto addestramento terroristico in Afghanistan e sostiene di aver arrestato cento terroristi addestrati all'estero, appena tornati a Sinkiang.
Temendo le correnti irrendentistas causate dai separatisti uiguri e per affrontare la crescente violenza nella provincia di Xinjiang, il governo centrale cinese segue da tempo una politica di neutralizzazione delle tendenze separatiste in quella regione, ma non è riuscito a contenere la minaccia uigura. Anzi.
Le misure contro gli uiguri sono diventate un boomerang, provocando un maggior numero di attacchi terroristici nelle province e fuori dalla Cina dalla fine del 2016. Inoltre, le restrizioni religiose cinesi contro i musulmani nel Sinkiang potrebbero aver spinto oltre un centinaio di uiguri ad aderire all'ISIS. Gli attacchi perpetrati dagli uiguri seguono quasi gli stessi schemi di quelli attuati dai radicali islamici (ISIS e altri) in altre parti del mondo, come la corsa su veicoli contro i pedoni, i kamikaze e gli assalitori muniti di coltello. Ma, a differenza di altri paesi nel mondo, gli attacchi non vengono pubblicizzati dal governo cinese, che mantiene un controllo rigoroso delle informazioni. Come ha detto un corrispondente di Reuters: "Il governo ha ritardato la segnalazione di precedenti incidenti nel Sinkiang, e i limiti ai giornalisti stranieri che lavorano lì rendono quasi impossibile arrivare a una valutazione indipendente della sicurezza della regione".
Le misure contro gli uiguri sono diventate un boomerang, provocando un maggior numero di attacchi terroristici nelle province e fuori dalla Cina dalla fine del 2016. Inoltre, le restrizioni religiose cinesi contro i musulmani nel Sinkiang potrebbero aver spinto oltre un centinaio di uiguri ad aderire all'ISIS. Gli attacchi perpetrati dagli uiguri seguono quasi gli stessi schemi di quelli attuati dai radicali islamici (ISIS e altri) in altre parti del mondo, come la corsa su veicoli contro i pedoni, i kamikaze e gli assalitori muniti di coltello. Ma, a differenza di altri paesi nel mondo, gli attacchi non vengono pubblicizzati dal governo cinese, che mantiene un controllo rigoroso delle informazioni. Come ha detto un corrispondente di Reuters: "Il governo ha ritardato la segnalazione di precedenti incidenti nel Sinkiang, e i limiti ai giornalisti stranieri che lavorano lì rendono quasi impossibile arrivare a una valutazione indipendente della sicurezza della regione".
La sconfitta dell'ISIS in Iraq e i recenti successi delle truppe di Assad in Siria contro i ribelli sembrano aver creato uno spiraglio risolutivo in cui Pechino sta cercando di inserirsi prima che centinaia di combattenti uiguri tornino a casa dopo aver combattuto nelle file del ribelli, completamente addestrati per la guerriglia. La loro esperienza può avere un grande impatto sul modo in cui i separatisti uiguri stanno attualmente combattendo la loro guerra. Oltre alle ultime minacce Uighur di "spargere fiumi di sangue", si può anticipare che il problema Uighur è cresciuto fino a raggiungere una dimensione mai sperimentata in passato.
Tali circostanze eccezionali potrebbero aver spinto Pechino a schierare le sue truppe d'élite in Siria per contenere il possibile flusso di combattenti uiguro in Cina. In parallelo e come contropartita, Pechino ha offerto al regime siriano l'investimento di miliardi di dollari e il proprio impegno nello sforzo di ricostruzione della Siria.
D.Bart.
Fonte: Jerusalem Center for Public Affairs