Credo che ormai nessuno al mondo possa ancora sostenere e difendere la sussistenza dell'ONU. l’Organizzazione delle Nazioni Unite, di fronte alle immani tragedie dei popoli più sfortunati, consegna a quello stesso mondo che dovrebbe proteggere, l’immagine di un organismo totalmente inutile.
Di fronte alle tragedie che sconvolgono il mondo e all’incapacità delle superpotenze di prevenire i conflitti armati, l’ONU dovrebbe rappresentare una piattaforma fondamentale per dirimere le controversie.
Ma il sangue che bagna i teatri di guerra della Siria e dell’Iraq, dello Yemen e della Libia, la devastazione delle guerre in Africa, le crisi internazionali e il terrorismo mostrano a tutto il mondo l’assoluta incapacità di un organismo fallimentare. L’ONU è costantemente assente, e i suoi organi sono più che altro complessi palcoscenici in cui si confermano le stesse tendenze della politica internazionale. In assenza di un potere coercitivo, ma soprattutto legato dalle stesse regole che hanno imposto le nazioni nel momento della creazione di questa organizzazione, l’ONU è entrato in una crisi profondissima e non ha più alcun valore politico reale.
I conflitti contemporanei, senza parlare delle guerre più risalenti nel tempo, sono l’indice dell’assoluta futilità delle decisioni del Palazzo di Vetro. In molti casi, l’intervento armato degli Stati ha bypassato completamente qualsiasi dichiarazione delle Nazioni Unite.
In Siria è stata violata la sovranità nazionale di Damasco senza che l’ONU intervenisse quantomeno per regolare questo conflitto. In Iraq, di fronte all’avanzata dello Stato Islamico, quando stava ancora nascendo, nessuno ha pensato di intervenire per tutelare la popolazione civile né per impedire che il Califfato dilagasse.
In Libia ha tentato di intervenire all’inizio della guerra civile, cercando di mediare e di difendere la popolazione con inutili no-fly zones, ma il suo intervento è stato irrisorio, superato di gran lunga dagli interessi francesi, britannici e americani nel far finire il governo di Gheddafi e imporre un regime-change che non era richiesto in sede ONU. Ha poi sostenuto Serraj, e ora la Libia non solo è divisa e devastata dalla guerra, ma l’unico governo che le Nazioni Unite riconoscono, cioè quello che in teoria dovrebbe avere un certo potere effettivo sul Paese, in realtà ha il controllo di poche aree ed i Paesi limitrofi scendono a patti con le tribù del Fezzan e con Haftar prima che con Tripoli. Vedremo che cosa sortirà il blitz di Macron, ma la situazione non è semplice.
In Yemen, infine, l’orrore di una guerra ma soprattutto di un disastro umanitario senza precedenti: morti causati dai bombardamenti sauditi, una guerra civile in cui si massacrano intere popolazioni ed un Paese in preda alla peggiore epidemia di colera degli ultimi decenni, eppure l’ONU non interviene.
Perché? Sicuramente perché le potenze mondiali non hanno alcun interesse ad avere un’organizzazione internazionale autonoma in grado di poter superare il potere degli Stati. l’ONU stessa, ormai, si trova in un circolo vizioso per cui sopravvive grazie al fatto che gli Stati possono avere ruoli al suo interno. In Yemen, appunto, l’ONU non ha fatto nulla di fronte alla catastrofe umanitaria, semplicemente perché non poteva. Il disfacimento del Paese è stato infatti provocato dall’Arabia Saudita, che è lo stesso Paese posto dalle Nazioni Unite a capo della Commissione per i Diritti Umani. È del tutto evidente il cortocircuito, tale per cui l’ONU non può agire autonomamente. Resta pertanto solo una declinazione della geopolitica mondiale all’interno del Palazzo di Vetro. E come lo Yemen, così tutti gli altri conflitti dimostrano che è la politica internazionale a bloccare ogni possibile attività delle Nazioni Unite.
Dunque cosa resta di un progetto ambizioso di un organismo sovranazionale di livello planetario in grado di dirimere le controversie fra Stati prima che degenerino nella guerra? Sostanzialmente nulla. Le Nazioni Unite sono ormai un palcoscenico per gli attori mondiali che alla fine decidono le sorti del mondo in altri contesti. Del resto, basta osservare il meccanismo di funzionamento del Consiglio di Sicurezza – con il potere di veto assegnato ai vincitori della Seconda Guerra Mondiale – per capire chiaramente come stanno le cose. Il potere d’intervento nelle guerre in cui confliggevano gli interessi strategici di Russia e Stati Uniti in primis, ma poi anche degli altri Membri, non è mai stato posto nelle mani l’ONU, relegata, viceversa, a missioni di secondo piano.
Le Nazioni Unite sono diventate nel tempo una sorta di ONG mondiale che deve piegarsi al potere degli Stati. Si occupa dei rifugiati, o di progetti di sviluppo; tenta mediazioni politiche per dirimere conflitti che avranno comunque risoluzione in altre sedi. Nel suo fallimento c’è l’immagine del cambiamento della politica mondiale negli ultimi anni. Prima non funzionava per lo scontro tra Unione Sovietica e Stati Uniti, ora non funziona per via di un mondo multipolare, in cui gli USA, da potenza incontrastata degli anni Novanta e dei primi del Duemila, si sono trasformati in attori tra i tanti Influenti ma non unici. Del resto, un’Organizzazione che decide di inserire l’Arabia Saudita nel Comitato per i diritti della donna dovrebbe essere immediatamente soppressa.
D.Bart.
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