domenica 23 ottobre 2016

YEMEN - LA GUERRA DIMENTICATA, VERGOGNA DELL'OCCIDENTE.

Sullo sfondo della sanguinosa tragedia  mediorientale giganteggia l'ombra minacciosa del cosiddetto mondo libero, che non si limita ad assistere indifferente al massacro di civili, ma quel massacro lo alimenta vendendo armi, e garantendo in sede Onu la copertura politica ai responsabili del terrorismo di Stato. Lo Yemen, dove l’Arabia Saudita perpetra da tempo crimini contro l’umanità, svergogna clamorosamente l’Europa.
Le cronache degli ultimi giorni raccontano di diversi missili lanciati dalle coste yemenite verso navi militari statunitensi dispiegate nel Mar Rosso, al largo dello Yemen ma in acque internazionali, con relativa risposta missilistica americana. Ciò di cui non si parla, è che dopo diciannove mesi di operazioni militari più di 6.800 persone sono già state uccise nella campagna lanciata dalla coalizione panaraba-guidata dall’Arabia Saudita -per rispondere alla minaccia dei ribelli Houthi. Centinaia di civili continuano a essere falcidiati, gli sfollati sono ormai oltre tre milioni, la popolazione è allo stremo. Oltre la metà degli yemeniti dipende dagli aiuti umanitari e solo un bambino su 10 riesce ad arrivare vivo ai cinque anni. E di tutto ciò è  responsabile anche l'Occidente, attraverso la propria complicità. Ancor più che in Siria. Secondo Akbar Shahid Ahmed, tra i più accreditati analisti mediorientali, Barack Obama potrebbe mettere fine alla strage in corso in poche ore, se solo lo volesse. Ma al momento ciò non pare rientrare nelle priorità USA.
L’anno scorso, sottolinea Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, l’Arabia Saudita riuscì a convincere la maggioranza degli Stati del Consiglio Onu dei diritti umani a votare contro l’istituzione di una Commissione internazionale sui crimini di guerra commessi in Yemen. Venne così approvata una inutile risoluzione a sostegno della neo-istituita Commissione nazionale yemenita sui diritti umani che non stabilirà la verità né favorirà la giustizia.
Perché spesso la giustizia non si concilia con gli affari. Quegli sporchi affari che l’Occidente continua a intessere con Riad, affari di armi, affari miliardari. Dal marzo 2015, Washington ha autorizzato la vendita di armamenti a Riad per un valore di 22,2 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali devono essere ancora erogati. La lista include 1,29 miliardi di dollari in munizioni per fucili automatici. Ma lo scaldalo non riguarda solo gli Stati Uniti. Investe anche Parigi: il Presidente francese Hollande e il Primo ministro Valls hanno recentemente firmato contratti per 10 miliardi di euro con il regno saudita. Alla vergogna non si sottrae nemmeno l'Italia, dal momento che buona parte delle bombe sganciate dai caccia sauditi sulle città yemenite porta incisa la sigla : MK83, un modello prodotto da Rwm Italia con sede operativa a Domusnovas, nel cagliaritano. Proprio da qui, nel 2015, sono partite cinquemila bombe. Un quinto in più rispetto all’anno precedente. Inutile ricordare che le autorizzazioni all’export dell’industria bellica vengono rilasciate dal nostro ministero degli Esteri. Regola che vale anche per le armi assemblate dalla succursale italiana dal colosso tedesco Rheinmetall Defence. Tutti sembrano aver dimenticato che la risoluzione del Parlamento Europeo adottata lo scorso 25 febbraio stabilisce «l’istituzione di un embargo sulla vendita delle armi alla Arabia Saudita». Il nostro Ministro Roberta Pinotti non ha nulla da dichiarare?

D.Bart.

mercoledì 12 ottobre 2016

SIRIA. UNA STRAGE SENZA FINE

ALTRI 5 BAMBINI MUOIONO SOTTO I RAZZI LANCIATI SU UNA SCUOLA

Sarebbe opera dei terroristi il lancio di razzi che ha colpito ieri la scuola elementare di Daraa, causando l'uccisione di altri 5 bambini. Nel mirino delle forze antigovernative c'era il quartiere di Sahari, nel sud della Siria, una zona controllata dal regime di Damasco. La notizia è stata diffusa dall'agenzia ufficiale Sana e dall'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus). La televisione di Damasco, citando le stesse fonti, afferma che il bombardamento con mortai  avrebbe causato anche il ferimento di altri civili, adulti e bambini, alcuni dei quali in gravissime condizioni. Purtroppo, quelle di Daraa, non sono state le uniche vittime della giornata. Altre dieci persone sono morte in un attacco dell'Isis compiuto in un villaggio vicino alla città di Manbech, nel nord della provincia settentrionale di Aleppo. Il kamikaze ha puntato l'azione contro i famigliari del parlamentare siriano Diab al Mashi, che si trovava in visita nel suo villaggio natale, quello di Al Mashi. Oltre a quello dei morti non si conosce ancora il numero dei tanti feriti.